Draghi e Meloni hanno massacrato il Superbonus

Draghi e Meloni hanno massacrato il Superbonus 110% e ora nei condomini scoppiano i contenziosi.

Draghi e Meloni hanno massacrato il Superbonus

La guerra dichiarata prima dal governo Draghi e poi da quello Meloni al Superbonus, la misura del M5S che ha fatto da volano all’economia, ha provocato innumerevoli interventi normativi che hanno finito per imbrigliare il meccanismo della cessione dei crediti.

Draghi e Meloni hanno massacrato il Superbonus 110% e ora nei condomini scoppiano i contenziosi

Le stime dell’Ance, l’associazione dei costruttori, sono a dir poco allarmanti. Si parla di una massa di crediti incagliati pari a 15 miliardi di euro, 25mila imprese a rischio, 130 mila disoccupati in più nel settore delle costruzioni, senza contare le aziende della filiera, e problemi per circa 90mila cantieri che si stanno fermando con la conseguenza di contenziosi tra condomini e ditte, tra progettisti e condomini, tra ditte e banche.

“Siamo di fronte a una bomba a orologeria per famiglie e imprese”, ha dichiarato la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, a La Stampa, sottolineando l’urgenza di un’intesa che sblocchi i finanziamenti e permetta di completare i lavori avviati. Brancaccio spiega che “condomini e famiglie si sono trovati con impegni presi e firmati senza poter più monetizzare i crediti su cui avevano fatto affidamento e che la soluzione immediata può essere solo una moratoria che permetta di portare a termine i lavori”, e insiste con forza sulla necessità di una misura strutturale di lungo periodo che tenga conto anche degli obiettivi di decarbonizzazione.

Nel corso di una serie di audizioni tenute in Parlamento la richiesta unanime avanzata da diverse associazioni di categoria è stata quella di sbloccare immediatamente i crediti. “Siamo dell’avviso che occorra migliorare e modificare le normative in vigore per mantenere la cessione del credito, vero motore del Superbonus”, ha sostenuto il Consiglio nazionale degli architetti. Il blocco ancora in atto dei crediti per il Superbonus crea “pesanti ricadute” per proprietari di immobili, professionisti e imprese e per questo “è indispensabile sbloccarli subito”, ha detto l’Oice, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria.

L’Oice: “Il Superbonus è ormai diventato un boomerang”

Per il presidente dell’associazione Giorgio Lupoi “nella situazione attuale, a causa dello stop alla circolazione dei crediti, il Superbonus è ormai diventato un boomerang, in particolare per i proprietari di case, mondo professionale e piccole imprese del centro Italia, sud e isole, con cassetti fiscali pieni e crediti bloccati, contratti insostenibili, cantieri sospesi e imprese costrette a licenziare”.

Il Consiglio nazionale degli ingegneri ha infine criticato “l’abbassamento della detrazione fiscale, legata ai Superbonus, dal 110% al 90% per l’anno 2023, che “determinerà quasi sicuramente un netto ridimensionamento della propensione all’utilizzo degli incentivi” ed il ‘décalage’ previsto “sia per il 2024, che per il 2025 avrà effetti ancora più disincentivanti”. Ma una strada per supplire all’incapacità del governo di fornire risposte sulla cessione dei crediti la sta fornendo il Movimento Cinque Stelle.

I pentastellati si stanno muovendo a livello degli enti locali per metterli nelle condizioni di acquisire i crediti. Lunedì la forza politica guidata da Giuseppe Conte ha depositato una proposta di legge in Consiglio regionale della Campania che adotta uno schema che il M5S sta replicando anche in altre Regioni come Lombardia, Sardegna, Lazio, Umbria.

La nostra proposta – ha spiegato la senatrice M5S Mariolina Castellone – spinge le Regioni a usare le loro società finanziarie, o altre società controllate, per acquistare crediti fiscali e contribuire al loro sblocco; a prevedere forme di compensazione tra i crediti d’imposta e i debiti tributari di competenza regionale attraverso gli F24 dei clienti gestiti dalle banche; a istituire una piattaforma informatica regionale di monitoraggio dei crediti fiscali, anche al fine di favorire l’incontro tra domanda e offerta di crediti; a istituire un ‘Fondo di garanzia per la circolazione dei crediti fiscali’, per erogare credito bancario garantito alle società edilizie che hanno crediti d’imposta che non riescono a monetizzare. E qualcosa già si muove.

La Regione Sardegna ha fatto sapere di essere pronta ad acquistare i crediti fiscali legati ai bonus edilizi. Non solo. Ieri l’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato con voto unanime dei presenti la mozione a firma Thomas De Luca (M5S) che impegna la Giunta a valutare “misure di sostegno della Regione alla circolazione dei crediti fiscali del Superbonus 110 per cento”. E vale la pena citare quello che è stato già battezzato come ‘modello Treviso’, dove la provincia con un’operazione pilota ha acquistato da due banche 14,5 milioni di crediti.

E ha una bella faccia tosta il deputato di FdI, Andrea de Bertoldi, ad esprimere “estrema soddisfazione” per l’impegno degli enti locali, laddove il pasticciaccio del blocco l’ha creato il governo di cui fa parte in perfetta continuità con quanto già fatto da quello Draghi. De Bertoldi chiede che l’intervento sia accompagnato dall’ “impegno inderogabile” delle banche “ad acquisire immediatamente altrettanti crediti dal mercato domestico”. Ma le banche e gli intermediari finanziari, De Bertoldi evidentemente finge di non sapere, sono stati costretti a chiudere le porte a causa della capacità fiscale esaurita.

“Prendo atto con estrema soddisfazione della delibera della giunta regionale del Piemonte che, facendo seguito ad analogo intervento della provincia di Treviso, si fa carico di acquisire dalle banche dei crediti di imposta da bonus edilizi pari ad almeno 50 milioni di euro, per poter aiutare e supportare il mercato della cessione dei crediti che, stante le ripetute condizionalità e responsabilità susseguitesi, è oggi di fatto bloccato”, spiega de Bertoldi.

Che forse dovrebbe parlarne con la leader del suo partito e premier Giorgia Meloni. Bloccare il Superbonus è peraltro una follia considerando la direttiva Ue sull’efficientamento energetico degli edifici. A cui il governo delle destre è peraltro contrario. Il che forse spiega tanto astio anche nei confronti del bonus edilizio figlio dei Cinque Stelle.