Draghi si fa bello all’Onu. Il premier vanta traguardi fantomatici sul clima ma i Fridays for future gli fanno la festa

Oggi i Fridays for future portano in piazza la loro agenda. Manifestazioni in 70 città

Di fronte a una campagna elettorale che dà risposte deludenti sulla crisi del clima, i Fridays for future portano in piazza la loro agenda. Lo sciopero globale del movimento è in corso oggi in 70 città in Italia.

Oggi i Fridays for future portano in piazza la loro agenda. Manifestazioni in 70 città

“Oggi abbiamo davanti nuove elezioni, ma la crisi climatica è ancora assente dal dibattito. Più noi parliamo di clima, più i principali partiti sembrano fare a gara per prenderci in giro con belle parole a favore dell’ambiente, senza nessun piano completo, ma anzi chiedendo nuovi rigassificatori o altre misure che accelerano la catastrofe climatica”, dichiarano i suoi attivisti.

Chi è al potere – si legge nel comunicato che annuncia l’evento – sembra ancora dedicare tutto il proprio tempo a distrarre, ritardare e negare i cambiamenti necessari che ci attendono. Le emissioni di CO2 non si stanno riducendo, ma continuano ad aumentare. Il mondo continua a espandere le infrastrutture per i combustibili fossili e a versare quantità astronomiche di denaro solo a favore di poche aziende e nel nome dei loro extraprofitti.

Eppure a sentir parlare il premier Mario Draghi volato a New York con il suo ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani – tutto nucleare e rigassificatori per non parlare dell’idea di riattivare le centrali a carbone per contribuire al risparmio di gas – l’Italia sta facendo sforzi da leoni contro il climate change.

E se, da una parte, di fronte ai ragazzi che si sono ritrovati all’evento Youth4Climate il premier ha riconosciuto che “dobbiamo fare di meglio, più velocemente”, dall’altra, a qualche ora di distanza, nel corso del suo intervento all’assemblea generale dell’Onu, Draghi si è persino vantato di quanto fatto sul clima.

“Grazie a un ritrovato spirito di cooperazione – ha detto – abbiamo intensificato la lotta al cambiamento climatico. Per la prima volta, tutti gli Stati membri del G20 si sono impegnati a cercare di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali e hanno accettato le basi scientifiche di questo obiettivo. Abbiamo inoltre concordato una serie di risposte a breve e medio termine per raggiungerlo – a cui si aggiungono gli impegni assunti alla COP26 di Glasgow.

Durante il G20 abbiamo anche concordato nuovi impegni finanziari per aiutare i Paesi a basso reddito a passare a un’economia più sostenibile. Dobbiamo continuare a sostenere i Paesi più vulnerabili a difendersi dagli impatti dei cambiamenti climatici e a portare avanti i loro percorsi di transizione. Penso ad esempio alla tragedia delle inondazioni in Pakistan, dove una parte molto estesa del Paese è sommersa dall’acqua e milioni di persone sono costrette a lasciare le proprie case”.

Ma farsi vanto dei risultati ottenuti sul clima suona oltre che irrealistico anche un po’ macabro considerando che solo qualche giorno prima un alluvione nel nostro Paese ha colpito in maniera drammatica le Marche, a cui Draghi non dedica neanche un passaggio del suo discorso. Eppure un report di questi giorni di Legambiente inchioda governi e politici alle loro responsabilità. L’Italia, denuncia l’associazione ambientalista, è, infatti, rimasto l’unico grande Paese europeo senza un Piano di adattamento al Clima, per cui continua a rincorrere le emergenze senza una strategia chiara di prevenzione che vada a tutelare le aree urbanizzate e gli ambienti naturali delle aree di pianura e montane.

L’Italia è sempre più soggetta ad eventi climatici estremi: bombe d’acqua, trombe d’aria, ondate di calore, forti siccità, grandinate sono in aumento. Stando ai dati dell’Osservatorio Città Clima curato da Legambiente, da gennaio a luglio 2022 si sono registrati in Italia 132 eventi climatici estremi, numero più alto della media annua dell’ultimo decennio.