L'Editoriale

La Verità che sa di balla

Cari lettori de La Notizia, giovedì scorso abbiamo saputo che non esistete nemmeno, perché il direttore di un giornale nato alcuni anni dopo di noi ha sentenziato così, svicolando in questa maniera dalla balla di un milione di cassa integrati non pagati dall’Inps, e soprattutto dalla vergogna del ripristino dei vitalizi per gli ex senatori. Ospite della trasmissione di Del Debbio, a dire il vero ho temuto di non esistere neanch’io, perché firmo da otto anni un quotidiano che non c’è.

A raccontarci questa storiella – che chiunque può facilmente smontare accedendo all’archivio dell’edicola digitale sul nostro sito web – è il fondatore di un quotidiano che si chiama La Verità, Maurizio Belpietro, che molti conoscono perché insieme ai suoi giornalisti sta da tre anni tutte le ore su tutte le reti tv, a partire da quelle Mediaset, a supportare platealmente la Lega e i partiti del Centrodestra. Noi invece ci abbiamo messo molto più tempo per trovare un po’ di spazio in tv, e comunque in molte delle trasmissioni di maggiore ascolto non ci hanno mai invitato, non sia mai che sveliamo gli altarini degli stessi conduttori.

Ora qui non voglio farla lunga sui motivi per cui stiamo fuori orgogliosamente dal sistema della certificazione e dei grandi editori, e non voglio sprecare spazio per rivendicare il nostro modello editoriale basato più sui social e sul web che sulla carta tradizionale. Però mi sganascio dalle risate nel sentirmi dire da Belpietro che nessuno ha denunciato i vitalizi come lui, per poi non trovare una sola riga sul suo giornale proprio quando la commissione indicata dalla Casellati (Forza Italia) restituisce il malloppo agli ex senatori.

Certo, si può pensare che la decisione è arrivata tardi e Belpietro già andato in stampa non è riuscito a darne conto, ma visto che ha definito La Notizia un giornaletto osservo che a differenza del suo giornalone noi ne parlavamo con massima evidenza sin dalla prima pagina. Orgogliosi di essere piccoli ma senza l’aiuto di Mondadori (cioè Berlusconi) che ha ceduto proprio a Belpietro il settimanale Panorama, senza finanziamento pubblico e senza politici e grandi editori che con i giornali si sono sempre fatti gli affari loro, non certo quelli dei lettori.