L'Editoriale

La vittoria di Pirro dell’Europa

Fermi tutti: sulla Grecia abbiamo scherzato. Atene ha avuto un po’ di sconto ma continuerà a fare enormi sacrifici. Fin quando l’effetto delle nuove politiche recessive non farà saltare di nuovo il banco e saremo punto e a capo. Se il pragmatismo del premier Tsipras salverà l’Unione europea che conosciamo, l’egoismo di Bruxelles e dei creditori internazionali continuerà a spolpare quel poco di ciccia che è rimasta attorno a un Paese ridotto all’osso. Infatti non sarà certo alzando le tasse che i greci potranno ripartire. È mancato, insomma, quello slancio di generosità e di prospettiva che serviva sul serio. La Grecia poteva essere un laboratorio su cosa può fare questa Europa. Un piccolo Stato (vale appena il 2% del Pil dell’intera Unione) che si poteva facilmente far ripartire mettendolo in condizioni di espandere la sua economia. Quello che serve non solo ad Atene, ma ormai a tutto il continente, a partire dall’Italia. Invece si continua con questa elemosina spacciata per flessibilità, costringendoci tutti a togliere risorse che servono alla crescita per pagare tasse e debiti. Ci si fa sopravvivere, come la Grecia. Ma vivere è un’altra cosa.