L'Editoriale

Il suicidio del servizio pubblico

La difesa del direttore di Rai 3 Franco Di Mare sul caso Fedez spiega perché il Servizio pubblico in Italia è un fallimento totale.

Il suicidio del servizio pubblico

La difesa strettamente burocratica, da perfetto travet, fatta dal direttore di Rai3 Franco Di Mare in Commissione di vigilanza (leggi l’articolo) per scrollarsi di dosso l’accusa di censura sul concertone del Primo Maggio, spiega più di un’intera enciclopedia perché il Servizio pubblico in Italia è un fallimento totale.

Invece di ringraziare Fedez per aver dato una scossa a un evento bollito, fornendo un alito di vita a sindacati più bolliti ancora, Di Mare ha accusato l’artista di aver manipolato e mentito sulle trattative precedenti all’evento, in cui è incontrovertibile che una dirigente di Viale Mazzini ha provato a bloccare l’unica cosa che resta di quella kermesse musicale, diversamente dimenticata dopo poche ore.

C’è una Rai, insomma, quella di Di Mare, che fa della mediocrità la sua stella polare, e dorme sul pero mentre internet sta svuotando gli ascolti di telegiornali fatti come trent’anni fa con i pastoni politici, mostrando una realtà che quando va bene riaffiora giusto in qualche fiction. La tv mantenuta dal canone ha abdicato strutturalmente a ripagare il suo vero editore, cioè i cittadini. E questo sia per il controllo mai lasciato dai partiti, sia perché i suoi dirigenti – diciamolo! – hanno come massimo orizzonte quello di tirare a campare, possibilmente senza disturbare il sistema.

Indipendentemente dalla vicenda del Primo Maggio, è il modello Rai nel suo complesso che è imbalsamato, e il fatto che Di Mare sia stato promosso con il gradimento dei 5 Stelle dimostra quanto il Movimento abbia sbagliato sulla gestione dell’informazione.

Chiudere gli occhi di fronte a scandali a cielo aperto – tipo le centinaia di migliaia di euro che prende Bruno Vespa con la supercazzola che a Porta a Porta non fa il giornalista ma l’intrattenitore – ha lasciato in vita tutti i vizi del passato, persino peggiorandoli, perché intanto il Pd e le destre hanno rafforzato i loro fortini per la propaganda e disinformazione.

Dunque, mentre aspetta e spera le scuse di Fedez, la Rai dovrebbe chiedere scusa agli italiani per i programmi da 1% che trasmette, per le battaglie civili che non fa, pensando di pulirsi la coscienza con Report e poco altro. Foglie di fico che non bastano a coprire tanta vergogna.