“La Lega ci costa 49 milioni”: come Fedez e il concerto del primo maggio hanno rovinato la festa a Salvini

Salvini è andato all'attacco del concertone: "Costa 500mila euro agli italiani", ha detto. Beccandosi subito la prima risposta di Fedez

“La Lega ci costa 49 milioni”: come Fedez e il concerto del primo maggio hanno rovinato la festa a Salvini

“Un cantante di sinistra litiga coi vertici Rai di sinistra. Così è. L’Italia se ne farà una ragione”. Matteo Salvini ieri ha cercato di metterci una pezza, ma Fedez e il concerto del primo maggio si sono abbattuti sulla Lega già in difficoltà nei sondaggi. E oggi è bufera sul Capitano e su viale Mazzini: in molti chiedono le dimissioni dei vertici.

Come Fedez e il concerto del primo maggio hanno rovinato la festa a Salvini

La polemica è cominciata quando Salvini è andato all’attacco del concertone: “Costa 500mila euro agli italiani”, ha detto. Beccandosi subito la prima risposta – cattivissima – di Fedez. “Io vado al concertone a gratis e pago i miei musicisti che non lavorano da un anno e sul palco vorrei esprimermi da uomo libero senza che gli artisti debbano inviare i loro discorsi per approvazione preventiva da voi politici. Il suo partito ci è costato 49 milioni di euro”.

Poi il cantante su Instagram ha denunciato come il suo intervento sia stato sottoposto ad approvazione. Da settimane il rapper sostiene il Ddl Zan, con continui battibecchi con la Lega e Salvini. “È la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica, approvazione purtroppo che non c’è stata in prima battuta o meglio, dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere dei partiti e dei nomi e di edulcorare il contenuto.

Il bruttissimo primo maggio del Capitano

Quando la Rai, in una nota, ha negato l’intervento nei confronti di Fedez, lui ha pubblicato un video con la telefonata con la vicedirettrice di Raitre Ilaria Capitani. La Rai ha prima smentito con una nota di Rai3 che successivamente Viale Mazzini ha precisato essere stata condivisa dall’ad Fabrizio Salini, poi il presidente Marcello Foa ha a sua volta spiegato in un’altra nota che quel testo non era stato sottoposto alla sua approvazione come è consuetudine.

La telefonata pubblicata dal rapper parte con una frase del suo interlocutore: “Non è editorialmente opportuno in quel contesto…”. “Editorialmente?? – interrompe bruscamente Fedez – Io sono un artista, io salgo sul palco e dico quello che voglio e mi assumo le responsabilità di ciò che dico. Le asserzioni che riporto nel mio testo sono consiglieri leghisti che dicono ‘se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno’, perché non posso dire che un consigliere leghista in pubblica piazza ha detto che un figlio gay lo brucerebbe nel forno? Perché non posso dirlo??”.

La telefonata tra Fedez e Ilaria Capitani

L’interlocutore risponde: “Le sto chiedendo soltanto di adeguarsi ad un sistema che lei probabilmente non riconosce…”, a questo punto Fedez interrompe nuovamente e chiede: “E qual e’ questo sistema? Visto che non lo riconosco mi rappresenti questo sistema”. La telefonata prosegue con un’altra domanda da parte dell’ex giudice di X-Factor: “Qual è la parte incriminata che a voi non sta bene nel testo”, e il suo interlocutore Rai risponde “Tutte le citazioni che lei fa, con nomi e cognomi, non possono essere citate”.

“Perché? Non sono vere? – chiede Fedez – Avete verificato se sono vere?”. “A prescindere – risponde il collaboratore della vicedirettrice di Rai3 – possono essere dette in contesti che non sono quelli che lei…”; “Ah si?? – interrompe nuovamente Fedez – quindi dire ‘avessi un figlio gay lo brucerei nel forno’ messo in un contesto diverso assumerebbe un significato diverso, mi sta dicendo?”. “Non è il contesto corretto”, insiste chi parla per conto Rai. “Ma chi lo stabilisce?? – risponde il rapper – Io sul palco devo essere libero di dire il c… che voglio, non lo stabilisce lei cosa posso o non posso dire”.

A questo punto cambia l’interlocutore, Fedez parla direttamente con Ilaria Capitani, vicedirettore di Rai3, la quale dire “Io ritengo inopportuno il contesto”. Ma Fedez le replica “Io posso dire quello che voglio visto che non è un contesto di censura. Posso salire sul palco e dire delle cose che per voi sono inopportune ma per me sono opportune? E’ una domanda semplice, si o no?”. “Dite che questo palco rappresenta la riapertura e il futuro – incalza Fedez – nel vostro futuro i diritti civili sono contemplati oppure no?”, “Assolutamente si”. Le stories di Fedez e la telefonata si concludono con un “Sono imbarazzato per voi” da parte del rapper.

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Il caffè che Salvini vuole offrire a Fedez

Cercando di metterci una pezza, in serata Salvini su Facebook ha invitato di nuovo Fedez a prendere un caffè con lui. “Adoro la Libertà. La musica, l’arte, il sorriso. Adoro e difendo la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di amare. Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole. E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge. È già così, per fortuna. Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. È già così. Reinvito Fedez a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti”.

“Il diritto alla vita ed all’amore sono sacri, non si discutono. Per me anche il diritto di un bimbo a nascere da una mamma e un papà è sacro, mentre il solo pensiero dell’utero in affitto e della donna pensata come oggetto mi fanno rabbrividire. Così come, da padre, non condivido che a bimbi di 6 anni venga proposta in classe l’ideologia gender, o si vietino giochi, canti e favole perché offenderebbero qualcuno. Non scherziamo”, ha detto Salvini. Ma con scarso successo. Perché nel frattempo la storia è ovunque. E lui è nei guai.

La nota della Rai: “Nessuna censura a Fedez”

Nel suo intervento dal palco Fedez ha attaccato il Ddl Zan, condito da un elenco di interventi di esponenti leghisti a dir poco omofobi; un intervento su cui si è  abbattuto quello che il rapper ha denunciato come un tentativo di censura da parte della Rai. “Un testo da mettere al vaglio della politica”, la prima volta “l’approvazione non c’è stata”, “i vertici di Rai3 mi hanno chiesto di aggiustare il monologo, poi alla fine mi è stato dato il permesso di esprimermi liberamente. Ma il contenuto è stato comunque definito inopportuno dalla vice direttrice di Rai3”, ha accusato pubblicamente Fedez quando finalmente è andato in onda con la diretta tv proprio su Rai3. È falso che sia stato chiesto a Fedez di far vedere prima il testo del monologo che avrebbe tenuto sul palco ha precisato Rai3 in una nota “condivisa con l’amministratore delegato” della Rai, Fabrizio Salini.

“Rai3 e la Rai – ha sottolineato il comunicato – sono da sempre aperte al dibattito e al confronto di opinioni, nel rispetto di ogni posizione politica e culturale. È fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo Maggio, per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta. Né la Rai né la direzione di Rai3 hanno mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista del concerto: la Rai mette in onda un prodotto editoriale realizzato da una società di produzione in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil, la quale si e’ occupata della realizzazione e dell’organizzazione del concerto, nonche’ dei rapporti con gli artisti. Il che include la raccolta dei testi, come da prassi”.

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