Un nuovo allarme arriva dal mondo delle carceri italiane. Con i due ultimi suicidi, avvenuti a Busto Arsizio e a Barcellona Pozzo di Gotto – quest’ultimo il terzo in soli sei mesi – il numero complessivo dei detenuti che si sono tolti la vita nel 2025 sale a 58. A questi si aggiungono 32 decessi per cause ancora da accertare, dall’inizio dell’anno.
A denunciare quella che definisce una vera e propria “mattanza” è il segretario del Sindacato di Polizia Penitenziaria (Spp), Aldo Di Giacomo, che lancia l’ennesimo grido d’allarme su una crisi sempre più profonda del sistema penitenziario italiano.
Suicidi anche tra i nuovi ingressi
“Il detenuto che si è tolto la vita a Busto Arsizio era in carcere da soli dieci giorni – ha spiegato Di Giacomo – a conferma che l’allarme che abbiamo lanciato da tempo per concentrare maggiore attenzione ai detenuti nei primi giorni di detenzione è reale e purtroppo ignorato”.
Secondo il sindacalista, si sta abbassando l’età media dei detenuti che compiono gesti estremi. Tra le categorie più a rischio ci sono persone con problemi psichici, tossicodipendenti e cittadini extracomunitari.
Sovraffollamento e carenze di organico
Nonostante l’impegno degli agenti penitenziari, che in molti casi hanno salvato vite umane con interventi tempestivi, la situazione resta critica. “Sovraffollamento e sottodimensionamento degli organici penitenziari sono la causa principale – ha dichiarato Di Giacomo –. Il personale fa il possibile, ma non può sostituirsi a un sistema che non funziona”.
Il segretario del Spp, reduce da un nuovo giro di visite negli istituti di pena, ha descritto condizioni di lavoro durissime: “Ci sono situazioni di turni di 18 ore consecutive e, in troppi casi, la media è di 12 ore al giorno, con ferie arretrate che arrivano fino a 50 giorni. Il personale penitenziario continua a pagare direttamente la profonda e grave sottovalutazione del problema”.
“Serve un intervento immediato”
L’analisi di Di Giacomo è netta: senza misure urgenti, la lista dei morti continuerà ad allungarsi. “La ‘mattanza’ prosegue nel silenzio e nel disinteresse generale. C’è bisogno ora di interventi, azioni e misure urgenti. Domani sarà troppo tardi e saremo costretti ad aggiornare il conteggio di morte”, ha concluso il segretario.