Caso Eni-Nigeria, assolti Descalzi e Scaroni e anche gli altri imputati. Erano accusati di corruzione internazionale

L'accusa Descalzi e gli indagati era di corruzione internazionale nel caso dei diritti di esplorazione del blocco petrolifero Opl245.

Caso Eni-Nigeria, assolti Descalzi e Scaroni e anche gli altri imputati. Erano accusati di corruzione internazionale

L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi (nella foto), è stato assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste” dal Tribunale di Milano nel processo per corruzione internazionale (leggi l’articolo) riguardante l’acquisizione dei diritti di esplorazione del blocco petrolifero Opl245 in Nigeria. Assolto anche il suo predecessore, nonché attuale presidente del Milan, Paolo Scaroni. Insieme a Descalzi e Scaroni lo stesso Tribunale del capoluogo lombardo ha assolto gli altri imputati, 15 in tutto, e le società Eni e Shell.

Il processo riguardava la presunta corruzione internazionale legata all’acquisizione da parte di Eni e Shell dei diritti di esplorazione del blocco petrolifero Opl 245 in Nigeria. Erano coinvolti anche gli allora manager operativi di Eni nel Paese africano, i presunti intermediari, Shell con i suoi quattro ex dirigenti e l’ex ministro del Petrolio nigeriano Dan Etete.

Al centro del processo c’era una presunta maxi tangente da oltre 1 miliardo e 92 milioni di dollari che, secondo l’accusa, sarebbe stata versata da Eni e Shell per ottenere nel 2011 la licenza sui diritti di esplorazione del giacimento nigeriano.

Tra gli imputati del processo, assolti oggi, c’era anche l’ex responsabile operativo del gruppo di San Donato nell’Africa sub-sahariana, Roberto Casula, l’ex manager della compagnia italiana nel Paese africano, Vincenzo Armanna, l’ex manager di Nae, controllata Eni in Nigeria, Ciro Antonio Pagano. Ma anche Luigi Bisignani, il russo Ednan Agaev, l’imprenditore ed ex viceconsole in Nigeria, Gianfranco Falcioni, l’ex presidente di Shell Foundation, Malcom Brinded e gli ex dirigenti della compagnia olandese, Peter Robinson, Guy Jonathan Colgate e John Coplestone.

“Dopo tre anni di processo, tante udienze, dopo aver analizzato migliaia di documenti – ha commentato l’avvocato Paola Severino, difensore dell’ad di Eni – finalmente oggi a Claudio Descalzi è stata restituita la sua reputazione professionale e a Eni il suo ruolo di grande azienda della quale l’Italia deve essere orgogliosa”.