Esecutivo giallorosso all’ultimo miglio con l’incognita Rousseau. Conte: “Fase cruciale da affrontare con ragionevolezza e determinazione”

A grandi passi verso il Conte 2. Dopo giorni di trattative febbrili e incontri tra M5S e Pd, è arrivata la settimana decisiva per il (probabile) varo del Governo giallorosso. Nel pomeriggio Giuseppe Conte ha visto a Palazzo Chigi i capigruppo di Pd e M5S per discutere del programma di Governo. “Con Zingaretti e Di Maio abbiamo una grande opportunità per migliorare e cambiare l’Italia, fare il bene del Paese, per aprire una stagione riformatrice. È una fase cruciale da affrontare con ragionevolezza e determinazione. Abbiamo grandi e buone idee da realizzare per questo paese”, ha detto il presidente incaricato alla fine dell’incontro in una diretta Facebook.

“Non servono super eroi, serve un Governo forte e stabile di cui io sarò il primo responsabile, sto lavorando per essere affiancato da una squadra di Governo autorevole ed efficiente”, ha continuato Conte, che poi si è rivolto anche agli elettori grillini che voteranno sulla piattaforma Rousseau oggi dalle 8 alle 18 per il potenziale Governo giallorosso: “Non mi sfuggono le ragioni di perplessità. Ricordo – dice però – che il M5s ha detto in modo molto chiaro prima delle elezioni che se non avesse avuto la maggioranza avrebbe realizzato il programma con le forze disponibili a farlo. A voi dico di non tenere nel cassetto queste idee e questi sogni: tirateli fuori, oggi più che mai ne abbiamo bisogno”.

Ma a parlare, nelle stesse ore, è stato anche Luigi Di Maioche ha sciolto importanti riserve sul prossimo esecutivo: “Abbiamo saputo che il Partito democratico ha fatto un passo indietro sul vicepremier e così ha fatto anche il Movimento 5 Stelle: il problema del vicepremier non esiste più”. Insomma, lo “stallo” degli ultimi giorni sulla nomina di uno o due vicepremier è stato superato. “Giuseppe Conte – ha continuato Di Maio – è un premier super partes. Se ci fosse stato un vicepremier Pd” per bilanciare la rappresentanza “anche il Movimento 5 Stelle avrebbe dovuto avere il proprio vicepremier”.

Anche Di Maio, però, si è rivolto agli iscritti M5S che oggi si esprimeranno sulla piattaforma Rousseau in merito all’accordo di Governo: “Non c’è voto giusto o sbagliato, abbiamo già vinto”. Il terzo a parlare, nella triade che sta lavorando instancabilmente per la formazione del nuovo Governo, è proprio il segretario Pd, Nicola Zingaretti: “Stiamo lavorando con pazienza e serietà per un governo di svolta vera perché questo è quello che serve all’Italia. Un Governo che cambi radicalmente quello che abbiamo visto”, dice il segretario del Pd . “Si stanno facendo passi in avanti. Noi siamo fiduciosi e ottimisti”, ha aggiunto. Il verdetto degli elettori M5S arriverà nel tardo pomeriggio (le urne si chiuderanno alle 18) e il timore di quanti tifano a favore di un’intesa con i dem è che siano i No a prevalere, anche se lo scenario appare molto improbabile viste le dichiarazioni di tanti big pentastellati circolate nella giornata di ieri.

Se dalla base arrivasse uno stop alla trattativa, portata avanti faticosamente in queste ore fra i 5S e il Pd, le elezioni anticipate tornerebbero a materializzarsi. Far saltare il negoziato sarebbe un errore, torna però a ripetere anche Beppe Grillo che è intervenuto ieri dalle pagine del Fatto dove parla di una “testa rivolta a Luigi (Di Maio, ndr) incazzata e stupefatta per l’incapacità di cogliere il bello intrinseco nel voler cambiare le cose”.

TRATTATIVA IN CORSO. Ovviamente anche gran parte della segreteria del Nazareno guaderà con volto interessato al voto su Rousseau. Ma le trattative sul programma non sono ancora concluse nonostante la quadra non sia minimamente in discussione. Come fatto trapelare ieri in tarda serata dal Partito democratico, infatti, rimangono dei capitoli ancora aperti, nonostante le tre ore di confronto a Palazzo Chigi tra le delegazioni Pd, M5S e Conte. Ed è per questa ragione che stamattina le parti in causa si incontreranno nuovamente. Prima di vedere alle 18 quale sarà il responso della piattaforma Rousseau. Soltanto allora Conte salirà al Quirinale. E scioglierà questa estenuante riserva di fine agosto.