L’Europa non ha fretta, Recovery Fund dal 2021. Si allungano i tempi a Bruxelles per il fondo proposto da Francia e Italia. Così però si penalizza lo strumento

Se è indubbio che le misure di contenimento della pandemia adottate dalla maggior parte dei paesi Ue hanno scongiurato la perdita di migliaia di vite umane, è altrettanto innegabile che il lockdown avrà effetti devastanti sull’economia dell’Eurozona. Sul 2020 il Pil dell’area potrebbe subire un tracollo tra il 5% e il 12%: è necessaria una risposta da parte delle istituzioni Ue ambiziosa e veloce: il fattore tempo è cruciale. La creazione di un Recovey fund, proposto da Macron e Conte è quanto mai necessario ma proprio mercoledì la Commissione Ue ha annunciato che sarà operativo solo nel gennaio 2021. E ancora non è stato stabilito in che modo possa essere finanziato (se con prestiti o sussidi a fondo perduto). In attesa che l’esecutivo Ue metta sul tavolo la sua proposta, intanto apre alla possibilità che per i Paesi più colpiti dalla crisi, Italia in testa, si possa ricorrere a una soluzione ponte. “Riconosciamo che serve una soluzione ponte tra oggi e l’avvio del quadro finanziario pluriennale”, ha affermato il portavoce della Commissione, Eric Mamer. “Serve una soluzione transitoria che permetta di incoraggiare investimenti prima dell’entrata in funzione del quadro finanziario pluriennale”. Sulla questione è intervenuto anche il commissario Ue Paolo Gentiloni: “I rischi per il mercato unico e le differenze tra Paesi si manifesteranno in autunno quindi bisogna trovare il modo, tecnicamente, per anticipare l’operazione”.