Extragettito Iva da 1,8 miliardi: la fattura elettronica paga. Il deputato 5S in Commissione Finanze, Trano: “Ora avanti con la lotta all’evasione fiscale”

“Quasi un miliardo di fatture inviate” al 21 giugno e “un maggior gettito dall’Iva per 1,8 miliardi di euro” nei primi cinque mesi del 2019. Il deputato M5S, Raffaele Trano, componente della commissione Finanze di Montecitorio ha più di un motivo per sorridere. Numeri alla mano, la fatturazione elettronica, entrata in vigore agli inizi di gennaio,  sta dando i risultati sperati: “Su base annua, se il trend annuale risultasse confermato, il maggior gettito fiscale potrebbe essere di oltre sei miliardi”.

A sei mesi dall’entrata in vigore della fatturazione elettronica si può fare un primo bilancio? Quali sono i risultati finora ottenuti e le eventuali  difficoltà riscontrate da parte degli operatori interessati?
“Recentemente al ministero delle Finanze abbiamo partecipato ad un nuovo tavolo sulla fatturazione elettronica. È un lavoro che abbiamo cominciato lo scorso anno: continuiamo a monitorare i risultati e le evoluzioni e siamo molto soddisfatti per quanto ottenuto finora. All’inizio c’erano molti dubbi e perplessità da parte di operatori e contribuenti ma, sin da quando siamo stati eletti, abbiamo intensificato gli incontri con Sogei e con gli altri attori coinvolti. Il lavoro duro paga”.

Dal punto di vista delle entrate fiscali, ci sono state delle variazioni significative?
“Al 21 giugno sono state inviate quasi un miliardo di fatture e nei primi 5 mesi del 2019 abbiamo registrato un maggior gettito dall’Iva per 1,8 miliardi di euro. Su base annua, se il trend annuale risultasse confermato, il maggior gettito fiscale potrebbe essere di oltre sei miliardi. È un ottimo risultato”.

Se la fatturazione elettronica va nella direzione del contrasto all’evasione fiscale, è soprattutto la grande evasione a pesare di più sui mancati introiti dell’erario. Dopo il ddl spazzacorrotti ci sarà anche un provvedimento spazzaevasori?
“Abbiamo due obiettivi fondamentali davanti a noi: continuare nella lotta all’evasione e abbassare le tasse alle imprese e ai cittadini. Se paghiamo meno e paghiamo tutti, se semplifichiamo ancora di più la vita agli imprenditori liberando le energie produttive, il Paese riprenderà a correre. Il carcere per gli evasori è nel contratto di Governo e va di pari passo con un taglio netto del cuneo fiscale che le imprese richiedono da anni. Porteremo a casa anche queste due riforme storiche”.

Il Governo è alle prese con la prossima Legge di Bilancio. Rilanciare i consumi per favorire la crescita è uno degli obiettivi. Aumentare il potere d’acquisto delle famiglie diventa cruciale, non crede?
“È l’obiettivo principale, perché una politica economica saggia deve puntare sulla domanda interna dopo anni in cui è stata massacrata. Un’economia troppo dipendente dalle esportazioni è fragile di fronte alle oscillazioni dei mercati esteri. Anche per questo sono orgoglioso dei dati Istat usciti ieri, che indicano una ripresa del potere d’acquisto delle famiglie grazie ad una crescita dello 0,9% nel primo trimestre 2019 rispetto all’ultimo del 2018. È il nuovo massimo dal 2012”.

E sul fronte delle imprese, quali provvedimenti dobbiamo attenderci dalla prossima Manovra?
“Come detto, riduzione della pressione fiscale e della burocrazia, rese possibili anche da una stretta sull’evasione, che  sta iniziando a dare risultati incoraggianti. Più nel dettaglio, dopo la riduzione dell’Ires, iniziata già quest’anno, l’aumento della deducibilità dell’Imu dal reddito di impresa e l’estensione del regime forfetario fino ai 65.000 mila euro, ora si tratta di ridurre l’Irpef al ceto medio e di accompagnare l’introduzione di un salario minimo orario con la riduzione del cuneo fiscale”.