Se siete un lavoratore qualsiasi avete diritto, per legge, a tre giorni lavorativi all’anno di permesso retribuito per lutto familiare, ossia per la morte del coniuge, di un parente entro il secondo grado o del convivente. Sempre che abbiate la fortuna di avere un contratto, di avere uno stipendio. Se siete Marta Fascina e avete avuto l’onore di essere la convivente di Silvio Berlusconi invece di giorni ne avete quanti ne volete, regolarmente pagati con soldi pubblici nonostante abbiate appena incassato un’eredità stratosferica.
Marta Fascina ha promesso da Vespa che svolgerà il mandato parlamentare che gli è stato conferito dai cittadini
Ancora meglio: potete lasciare sguarnito il posto alla Camera dei deputati incassando comunque il lauto compenso e nel frattempo finire nell’abituale bestseller natalizio di Bruno Vespa. Marta Fascina racconta a Vespa di avere “fatto politica fin da adolescente”, convinta davvero di poterci convincere di avere quel posto per merito. E promette di continuare “a svolgere il mandato parlamentare che mi hanno conferito i cittadini”, dimenticando di essere stata eletta con una legge elettorale in cui i cittadini possono solo ingoiare le scelte dei capi di partito (nel suo caso dell’ex proprietario di partito, a voler essere precisi).
Delle esperienze di Fascina si sa solo che ha lavorato nell’ufficio stampa del Milan – che con la politica ha poco a che fare – prima di essere adocchiata da Berlusconi e catapultata in un seggio blindato, diventandone anche la fidanzata ufficiale con tanto di matrimonio simulato. Il dolore di Marta Fascina per la morte del compagno è un sentimento privato (nonostante sia reso pubblico nel libro di Vespa) ma la misura e la dignità del proprio ruolo politico sono cosa pubblica. Come direbbe Silvio, si contenga.