L’intrepido Figliuolo salta la fila

Sabato 20 marzo l'eroico generale Paolo Francesco Figliuolo, Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, si è vaccinato.

L’intrepido Figliuolo salta la fila

Quando sabato 20 marzo tutte le tv a canali unificati e tutti i siti dei giornali suonavano le trombe e rullavano i tamburi introducendo la notizia che l’eroico generale Paolo Francesco Figliuolo, Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, si era vaccinato e quindi lo glorificavano come se fosse il vincitore delle guerre galliche, mi è venuto un tale moto di indignazione che, se avessi potuto, da ex ufficiale dell’Esercito avrei gridato in faccia a questo soldato che lo considero una vergogna nazionale e che, dipendesse da me, gli strapperei quel mezzo chilo di medaglie e mostrine colorate che porta appese alla divisa.

L’indignazione mi ha spinto a verificare due fatti. Il primo è l’età esatta del nostro eroe: ebbene, Figliuolo è nato a Potenza l’11 luglio 1961 e pertanto ha 59 anni e otto mesi. Il secondo fatto è quanti anziani e fragili avevano ricevuto, al 20 marzo, almeno la prima dose del vaccino: la risposta è che è stato vaccinato con la prima dose solo il 28,2% degli over 80, e che ci sono milioni di over 70, over 60 e soggetti fragili che attendono di essere tutelati contro il virus malefico.

Lo stesso giorno, sempre nella caserma della Cecchignola, a Roma, in tandem col generale Figliuolo, si è fatto vaccinare anche un altro eroico furbone, il neo Capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Anche qui, dati anagrafici alla mano: è nato a Roma il 24 novembre 1966 e quindi ha 54 anni e quattro mesi.

Naturalmente i due, come il Gatto e la Volpe di Pinocchio, l’hanno studiata bene: c’erano stati tre giorni di stop al vaccino AstraZeneca e nel pubblico si era diffusa una certa diffidenza. Ed ecco allora che i nostri eroi col loro “nobile gesto” annunciano: non abbiate paura, guardate come porgiamo il petto, anzi il braccio, all’ago armato di vaccino: vi diamo il buon esempio! Et voilà, i due si sono immunizzati, passando davanti a milioni di italiani in lista d’attesa. Avete presente Alberto Sordi nel film I vitelloni quando fa la pernacchia e il gesto dell’ombrello ai lavoratori? La stessa cosa.

Per carità i furbastri sono tanti: sono stati vaccinati, a prescindere dell’età, impiegati delle Asl che lavorano da casa e non hanno contatti col pubblico, avvocati, magistrati, perfino alcuni componenti dell’Antimafia, che forse hanno scambiato il virus per un emissario della Triade di Chinatown. E passi: conosciamo le miserie umane. Ma che a rubare dosi agli anziani e ai fragili siano le due più alte cariche istituzionali preposte alla lotta all’epidemia, è una cosa ignobile, e ripeto: ignobile, che grida vendetta.

E vergogna a giornali e tv che non solo non hanno denunciato lo scandalo ma si sono prestati a fare canti e balli attorno ai due prodi condottieri che ci fregano le dosi di vaccino e ci prendono pure per i fondelli con “il buon esempio”. Ma questo è l’eterno Paese dei Capitani Schettino, quelli che prima si mettono in salvo e dopo avvisano i passeggeri che la nave sta affondando. Solo che questa volta non c’era nessuno a gridare: “Torni su quella nave, caxxo!”