Finanziamenti dall’estero e donazioni facili. La Lega voleva sbloccare tutto

Il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, commenta le indiscrezioni sui finanziamenti russi.

Finanziamenti dall’estero e donazioni facili. La Lega voleva sbloccare tutto

“Ricordo bene gli emendamenti della Lega” e non volevano cancellare solo le norme sul divieto di finanziamenti da governi esteri, ma anche l’impianto per la trasparenza delle donazioni ai partiti, anche quelle sopra i 500 euro”. A sostenerlo è il presidente M5S della commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, commentando le recenti indiscrezioni sul rapporto degli 007 americani.

Un Report Usa sostiene che la Russia, dal 2014 a oggi, ha investito almeno 300 milioni per finanziare i partiti politici in oltre 20 Paesi. La sorprende?
“Spero sia tutto falso. Le interferenze possono avere forme diverse, non solo col denaro. È importante che ogni partito sia trasparente. Sarebbe ridicolo soprattutto per i partiti sovranisti accettare intrusioni dall’estero. Per Il MoVimento 5 Stelle la trasparenza è virtù”.

Le destre italiane parlano di una bomba a orologeria sganciata per destabilizzare la coalizione a pochi giorni dalle elezioni. Hanno ragione a parlare di tempismo sospetto?
“Non credo, anche perché gli italiani sono interessati ad altri temi. Concordo con il presidente Conte: è meglio non inquinare la campagna elettorale con insinuazioni. Gli italiani giudicheranno tenendo tutto in considerazione. Noi offriamo credibilità e concretezza dopo cinque anni di governo e impegno per promuovere giustizia sociale e una inclusiva transizione digitale ed ecologica”.

Con la Legge Spazzacorrotti, il Movimento 5 Stelle ha introdotto il divieto per i partiti italiani di ricevere finanziamenti da governi e altri organismi esteri. Eppure la Lega, all’epoca vostra alleata nel governo Conte I, tentò (era il 2018) di far saltare la norma con un emendamento in commissione Affari costituzionali da lei presieduta. Come andarono le cose?
“Ricordo bene gli emendamenti della Lega. Non volevano cancellare solo le norme sul divieto di finanziamenti da governi esteri, ma anche tutto l’impianto voluto dal MoVimento Cinque Stelle per la trasparenza delle donazioni ai partiti, anche quelle sopra i 500 euro. Una visione completamente diversa dalla nostra, lontana dalle richieste dei cittadini”.

E quando esplose il caso Metropol-Savoini, che idea si fece pensando a quel tentativo della Lega di far saltare lo stop ai finanziamenti esteri dalla Spazzacorrotti?
“Lascio ai cittadini giudicare”.

Dalla maglietta con l’immagine di Putin, all’inchiesta sugli incontri all’hotel Metropol di Mosca e fino alla condanna tardiva dell’invasione dell’Ucraina. Salvini negli ultimi tempi è spesso finito al centro delle polemiche, da cui si è sempre chiamato fuori. Eppure non ha mai voluto fare marcia indietro sull’accordo con Russia unita, il partito di Vladimir Putin. Secondo lei questo patto, seppur legittimo, è un problema politico?
“In una politica sempre più globale è legittimo che i partiti italiani abbiano rapporti con partiti stranieri. A creare imbarazzo dovrebbe essere il contenuto di questi rapporti, specie se contrasta l’interesse nazionale e danneggia l’immagine e la storia dell’Italia. Se si guarda agli effetti, i rapporti Salvini- Russia non sono diversi da quelli Meloni-Orban. È un errore che pagheranno”.

Intanto Meloni e Salvini, malgrado non siano stati tirati in ballo direttamente in questa vicenda – tanto più che al momento i contenuti delle rivelazioni sono top secret -, preannunciano querele. Come giudica queste reazioni?
“Ognuno risponderà agli elettori. Vedo Giorgia Meloni nascondersi. Tutti dicono che governerà e ha già paura di farlo, la sua coalizione dopo la campagna elettorale non sarà unita. La Lega di Salvini avrà diversi problemi. Quanto a noi, ancora una volta volevano farci fuori, ancora una volta saremo in piedi, con orgoglio a difendere le nostre idee. Siamo noi la vera scelta progressista”.

Per ora il presidente del Copasir, di Fratelli d’Italia, ha escluso un coinvolgimento dei partiti italiani. Voi dei 5S avete però chiesto verifiche accurate: non vi fidate delle rassicurazioni di Urso?
“Urso è candidato alle elezioni politiche, io no e credo di avere meno condizionamenti di lui e di poter parlare con serenità. Ascolteremo il sottosegretario Gabrielli domani (oggi, ndr) e trarremo le prime conclusioni continuando a vigilare”.

Da presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera ed esponente del primo partito in Parlamento ha attraversato tre diversi Governi, Conte I-II e Draghi. Qual è il principale lascito di questa legislatura al Paese?
“Abbiamo tenuto unito il Paese durante una storica emergenza sanitaria e abbiamo superato fasi acute, non era un’impresa semplice. Grazie al reddito e alla pensione di cittadinanza abbiamo costruito le condizioni per un’Italia più giusta. La commissione è stata protagonista dell’aggiornamento della Costituzione, limitato non solo alla riduzione dei parlamentari. Per esempio, grazie a una nostra riforma domenica 25 settembre 4 milioni di giovani under 25 potranno votare anche per il Senato”.

Se come presumibile, almeno stando ai sondaggi, il prossimo governo sarà targato Centrodestra, c’è qualcosa che teme possa andare perso di questo lascito?
“I sondaggi spesso non riescono a fotografare la realtà. Tanti risultati delle politiche 2018, non solo quelli del Movimento 5 Stelle, furono sottostimati. Questa campagna elettorale è stata caratterizzata da un racconto unico, ma saranno gli italiani a scrivere il finale, per un’Italia più aperta ai diritti”.

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