Finanziamenti dalla Russia. In arrivo nuovi documenti dagli Usa

In un documento consegnato dagli 007 a Biden sono citati, tra gli altri, anche i rapporti dell’Italia (e di politici italiani) con la Russia.

Finanziamenti dalla Russia. In arrivo nuovi documenti dagli Usa

C’è attesa per quanto dirà oggi Franco Gabrielli, autorità delegata alla sicurezza del governo, nel corso dell’audizione al Copasir in merito al rapporto dell’intelligence Usa secondo cui dal 2014 la Russia ha elargito finanziamenti per oltre 300 milioni di dollari ai partiti di diversi Paesi del mondo.

Finanziamenti dalla Russia, oggi Franco Gabrielli riferirà al Copasir in merito al rapporto dell’intelligence Usa

Attualmente quello che si sa – come ha confermato anche il numero uno del Copasir, Adolfo Urso – è che nel corposo dossier del dipartimento del tesoro americano l’Italia non è nei venti paesi oggetto dei finanziamenti del Cremlino né compaiono nominativi di politici italiani.

In un documento consegnato dagli 007 a Biden sono citati, tra gli altri, anche i rapporti dell’Italia (e di politici italiani) con la Russia

Stando a quanto risulta a Repubblica, però, il Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, che riceve informazioni dalle varie agenzie di intelligence statunitensi, ha consegnato nelle mani del presidente Joe Biden un altro documento, classificato, composto da dati raccolti dai servizi segreti ma anche di fonti aperte, nel quale vengono citati, tra gli altri, rapporti dell’Italia (e di politici italiani) con la Russia di Putin.

Esisterebbe poi, spiega sempre Repubblica, un terzo dossier, datato agosto 2020 (quindi amministrazione Trump) e già pubblicato, dal titolo Covert Foreign Money, in cui sono indicati i 300 milioni di euro spesi dal Cremlino e 33 possibili Paesi che avrebbero ricevuto i finanziamenti dalla Russia. Viene citata la Lega di Matteo Salvini per l’affare del Metropol e della possibile compravendita di petrolio russo.

Il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, dice che alla Farnesina sono arrivati gli aggiornamenti alla nota di Blinken che al momento esclude l’Italia. E aggiunge: “Siamo in contatto con gli americani sia adesso sia nei prossimi giorni per tutti gli ulteriori aggiornamenti. Draghi ha sentito Blinken e continueremo con gli alleati lo scambio di informazioni”. E invita alla “prudenza”. Ma non è finita.

Il numero uno della Farnesina chiede una commissione d’inchiesta “per accertare se ci fossero o ci sono rapporti tra russi e partiti italiani. Io non ho certezze, ma ci sono così tante ombre che superano le luci”. E ingaggia un duello a distanza con la Lega.

“Nel 2018 con Anna Macina bloccammo l’emendamento soppressivo che la Lega aveva presentato per eliminare la norma della legge Spazzacorrotti che disponeva il divieto, per un partito politico italiano, di ricevere soldi da governi o da altri enti di Stati stranieri. Perché la Lega voleva ricevere soldi da governi o da altri enti di Stati stranieri? Ci sono troppe ombre sui rapporti della Lega con Putin”, dichiara Di Maio.

“Sono quattro anni che cercano soldi russi, non li trovano perché non li abbiamo mai chiesti né presi” continua a difendersi Salvini. Ma che quella da Washington sia una bomba a orologeria non è solo la Lega a pensarlo. “Credo che questa roba a 10 giorni dalle elezioni lascia qualche perplessità. Se c’è qualcosa da dire lo dicano”, dice il leader di Italia viva, Matteo Renzi.

“Non vorrei che alla fine, rispetto a presunte interferenze, si arrivasse invece a un inquinamento della campagna elettorale con queste insinuazioni e illazioni che spero siano tutte false”, dice il leader del M5S. “Io – ha ribadito Giuseppe Conte – posso parlare del M5S che fa della trasparenza la sua virtù: non abbiamo nulla a che vedere con questa storia e confido che nessun partito in Italia abbia a che vedere con questa storia”.

Se sono stati finanziati partiti nell’Occidente è bene saperlo, dice Giovanbattista Fazzolari di FdI. “Ai dossier che escono a dieci giorni dalle elezioni non credo, anche perché parliamo di cose del 2014 che escono fuori dopo 8 anni”, spiega Guido Crosetto, co-fondatore di FdI.

Intanto sulla proposta di regolamento di Bruxelles in merito agli statuti e ai finanziamenti dei partiti europei, volta a garantire una maggiore trasparenza dei fondi, in particolare quelli provenienti da Paesi terzi, la delegazione della Lega e quella di FdI all’Eurocamera si sono astenute mentre le altre delegazioni straniere dei rispettivi gruppi a cui appartengono (Id ed Ecr), hanno votato contro. La proposta è comunque passata.