Su Fisco e Discoteche volano gli stracci tra Draghi e Salvini. “La capienza al 35%? È una presa in giro. La casa degli italiani non si tocca e non si tassa. Oggi e domani dalla Lega un secco No”

Per il leader della Lega Salvini la capienza al 35% nelle discoteche "è una presa in giro". "La casa degli non si tocca e non si tassa. Oggi e domani dalla Lega un secco No".

Su Fisco e Discoteche volano gli stracci tra Draghi e Salvini. “La capienza al 35%? È una presa in giro. La casa degli italiani non si tocca e non si tassa. Oggi e domani dalla Lega un secco No”

“Discoteche riaperte col green pass, ma solo col 35% di capienza? Presa in giro senza senso scientifico, sanitario, sociale ed economico, con questi numeri rischiano di fallire 3.000 aziende e di rimanere a casa 200.000 lavoratori”. È quanto scrive sui social il leader della Lega, Matteo Salvini, dopo le tensioni di ieri sul via libera del Consiglio dei ministri alla delega fiscale (leggi l’articolo).

“Riforma del catasto – ha aggiunto il segretario del Carroccio -, aumenti di IMU e tasse sulla casa? Oggi e domani, dalla Lega un secco NO. La casa degli italiani non si tocca e non si tassa. Noi al governo ci siamo e ci rimaniamo, si rassegnino Letta e Conte, ma certo non per aumentare l’Imu e le tasse sulla casa, possibilità prevista al comma 2 dell’articolo 7 della Delega Fiscale approvata ieri dal governo, senza ovviamente il voto della Lega”.

Governo in tilt sul Catasto. Volano gli stracci tra Draghi e Salvini.

Già ieri Salvini, commentando i risultati delle elezioni – a dir poco infelici per il suo partito – aveva assicurato che l’esecutivo era al riparo dalle polemiche post urne. “Se qualcuno usa il voto per abbattere il governo di unità nazionale si sbaglia di grosso”, aveva sentenziato. La classica promessa da marinaio. Ieri arriva in Consiglio dei ministri la delega fiscale e i ministri della Lega non si presentano. La delega viene approvata senza il sì del Carroccio. Lo strappo in realtà si concretizza prima, durante la cabina di regia che precede la riunione a Palazzo Chigi.

Il ministro Massimo Garavaglia, che rappresenta il partito al tavolo al posto di Giancarlo Giorgetti, lascia in anticipo la riunione dicendo ai colleghi che il suo partito avrebbe approfondito la bozza, che contiene anche la contestata riforma del catasto. L’assenza della Lega? “è di per sé un gesto serio ma quali siano le sue implicazioni ce lo spieghi Salvini”, replica duro in conferenza stampa il premier Mario Draghi. Che in tutti i modi cerca di rassicurare che la delega – ci saranno 18 mesi per i decreti attuativi – non comporterà un aumento della pressione fiscale. “Il contribuente medio non si accorgerà di nulla per quanto riguarda il catasto che resta come prima”.

E nel comunicato finale del Governo si specifica alla voce “catasto” che al momento è prevista l’introduzione di modifiche normative e operative dirette ad assicurare l’emersione di immobili e terreni non accatastati. Si prevede, inoltre, l’avvio di una procedura che conduca a integrare le informazioni sui fabbricati attualmente presenti nel catasto. E che “questo intervento non ha tuttavia alcun impatto tributario”. In realtà la partita, come spiega Draghi, è rinviata: un primo step è costruire una base di informazioni adeguata, e ci vorranno cinque anni. La seconda scelta è cambiare le tasse. “Noi la seconda decisione non l’abbiamo presa. Solo nel 2026 – puntualizza – se ne riparlerà”.

Ad opporsi anima e corpo alla riforma del catasto erano stati soprattutto i partiti del centrodestra, Forza Italia e Lega appunto. Ma qualcosa non torna se, approvata la delega, il ministro azzurro Renato Brunetta scrive: “Ha perfettamente ragione Draghi: non ci sarà alcun aumento delle tasse”. E Salvini fornisce la spiegazione chiestagli da Draghi con parole di una durezza quanto mai inusuale. Se il premier riteneva che i principi della delega potessero essere condivisi anche dal Carroccio, Salvini lo sconfessa in una conferenza stampa convocata alla Camera. Mi fido di Draghi non della delega, prova a dire. Poi va giù pesante.

Critica il metodo: “I ministri della Lega non possono avere la delega in mano alle 13.30 per una riunione alle 14. Non è l’oroscopo, non è possibile avere mezz’ora di tempo per analizzare il futuro degli italiani”. E il merito: “Non c’è nulla dentro di quanto era stato pattuito”. Non solo la riforma del catasto manda su tutte le furie Salvini – “perché le tasse sulla casa non sono concepibili né ora né tra 3-4 anni” – : “C’è una rimodulazione dell’Iva non meglio definita, non c’è nulla sulla rottamazione delle cartelle esattoriali, nulla sulla rateizzazione di saldi e acconti, nulla sulla flat tax, anzi peggio: si ipotizza l’aumento dal 15 al 23% della mini flat tax che ha dato ossigeno a centinaia di migliaia di partite Iva, il superamento dell’Irap è assolutamente generico”. Enrico Letta, in fretta e furia, riunisce i vertici e i ministri dem al Nazareno sullo strappo della Lega che definisce “gravissimo e incomprensibile” ed esorta il governo Draghi ad andare avanti. Si unisce il leader M5S, Giuseppe Conte: L’assenza della Lega al Cdm “è un fatto molto grave” .

Letta: “Lo strappo di Salvini è gravissimo e irresponsabile”

Per il leader del Pd, Enrico Letta, “lo strappo di Salvini è gravissimo e irresponsabile. “La riforma fiscale – ha aggiunto il segretario dem dalle colonne del Corriere – è fondamentale per avere i soldi del Pnrr. C’è un nesso evidente tra il disastro elettorale della Lega e il tentativo di far saltare il banco. Salvini ha detto cose di una gravità enorme sul premier, gli ha dato del bugiardo e chiede agli italiani di scegliere tra lui e Draghi. Noi difendiamo Draghi e penso anche gli italiani”.