Flop Telemeloni, superata da Mediaset anche nel prime time. Il 27 Cda Rai di fuoco sugli ascolti in caduta libera

Mediaset seppellisce la Rai nella stagione estiva. Non era mai successo. E molti dirigenti meloniani tremano in vista del Cda di fine mese

Flop Telemeloni, superata da Mediaset anche nel prime time. Il 27 Cda Rai di fuoco sugli ascolti in caduta libera

Il giorno da cerchiare in rosso è sabato 27 settembre. Quella è infatti la data fissata per il Cda Rai chiamato a trarre un bilancio della gestione dei vertici meloniani di Viale Mazzini dell’ultima stagione estiva e degli ultimi anni. E la tensione, si dice, è già altissima. Il perché è facile da spiegare: i dati di ascolto estivi certificano il definitivo sorpasso di Mediaset sulla Rai. Non solo nel giorno medio (fatto già assodato nelle stagioni precedenti), ma anche nel prime time.

E questa è una novità, una bomba piazzata sotto le poltronissime di direttori di rete, dirigenti, autori, sbarcati in Rai più per fede politica che per capacità. Anche perché il sorpasso del Biscione sulla Rai, sconvolge le gerarchie della raccolta pubblicitaria, spalancando le porte persino a un possibile danno erariale.

Mediaset batte Rai 38,5 a 33,2%

A scatenare il panico in viale Mazzini, tra i tanti dati rilevati la scorsa estate, sono due numeri in particolare: 38,5% e 17%. Il primo si riferisce allo share medio di Mediaset, che attesta il sorpasso sulla Rai, ferma a 33,2%. Il secondo è lo share del solo Canale 5 che distanzia quella che fu l’ammiraglia di viale Mazzini, cioè Rai 1, piantata al 16,5%. E se proprio vogliamo infierire, possiamo citare anche il -13% di ascolti nel giorno medio e il -16,4% in prima serata. Che in soldoni fanno -356mila spettatori durante la giornata e oltre un milione in meno nel prime time. Un salasso.

Senza sport TeleMeloni crolla

Naturalmente sono diversi i fattori che hanno permesso alle reti di Piersilvio Berlusconi di prendere il largo, a partire dal fatto che la scorsa estate la Rai non ha potuto godere del booster del grande evento sportivo (come Campionati mondiali/europei di calcio o Olimpiadi), che le avevano permesso negli anni passati di tenere botta, ingrossando i dati di ascolto. Una “carestia sportiva” dovuta anche alla politica aggressiva abbracciata da Mediaset, la quale ha fatto il pieno di ascolti trasmettendo il Mondiale di calcio per club in pieno agosto. Quindi brava Mediaset e pessima capacità previsionale di TeleMeloni.

Repliche su repliche e vince Scotti

Ma dove le responsabilità degli attuali vertici Rai si fanno enormi è sulla programmazione estiva, per la quale viale Mazzini si è adagiata (come sempre successo in passato) su un tacito patto di non belligeranza estiva stretto con Mediaset. Ma non si è accorta che Berlusconi quest’anno quella tregua l’ha sepolta ed è passato all’attacco. Così, mentre TeleMeloni propinava le centomilionesime repliche di “Montalbano” e dava fondo al materiale delle teche, sfoderando anche clip di cantanti sconosciuti, transitati incidentalmente per San Remo e poi scomparsi nel nulla, Mediaset lanciava la “Ruota della Fortuna”, condotta da Jerry Scotti, facendo il pieno di ascolti.

E quando i dirigenti meloniani hanno cercato di correre ai ripari, facendo ripartire anzitempo quello che considerano il loro “campione”, Stefano de Martino con i suoi “Pacchi”, si sono resi conto che De Martino tanto campione non è, visto che dal 2 settembre viene battuto costantemente da Scotti.

Cinque anni col segno meno

C’è poi da dire che le percentuali col segno meno sono divenute ormai una costante per la Rai, che tra il 2020 e il 2024 ha perso complessivamente il 22% dei propri affezionati: Rai 1 nel quadriennio da sola aveva perso l’11,5%; Rai nello stesso periodo ha segnato un pessimo -23,1%, mentre Rai 2 è riuscita a fare ancora peggio, perdendo uno spettatore su tre (-32.9%).

Un flop anche i “volti amici”

Numeri certificano il tracollo della gestione meloniana della Rai. Inutile, quando non dannosi, poi, si sono dimostrati i costosissimi innesti dei volti voluti perché affini al governo, paracadutati con contratti a cinque zeri col minimo garantito fino al 94%, che hanno però fallito (creando un buco di bilancio da oltre 7 milioni di euro).

Tutti temi che arriveranno al pettine il 27 settembre, in quello che si preannuncia già un cda di fuoco (e di lacrime). Prepariamo i pop corn.