Flotilla, crepe nella delegazione italiana: ora il Pd medita di sbarcare

Flotilla, si parla di un possibile dietrofront dei parlamentari italiani. La dem Corrado nega: “Noi restiamo al nostro posto”.

Flotilla, crepe nella delegazione italiana: ora il Pd medita di sbarcare

È bastato un appello del capo dello Stato, Sergio Mattarella, per preparare la retromarcia di una parte dei parlamentari italiani a bordo della Flotilla. Per ora tutti negano, ma che la posizione di chi sta a bordo sia cambiata è evidente. L’intervento del presidente della Repubblica viene seguito da quello di diversi esponenti del Pd che condividono le sue parole e spingono sulla mediazione per consegnare gli aiuti a Gaza attraverso il Patriarcato di Gerusalemme.

La delegazione italiana della Global Sumud Flotilla sembra giocare una partita a parte rispetto a quello della missione internazionale. Non è un caso che la proposta di mediazione resa pubblica dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sia stata bocciata a larga maggioranza dal direttivo della missione, che vuole continuare il suo viaggio fino a Gaza. In Italia, però, la discussione è diventata una partita interna e politica, che qualcuno ha anche provato a cavalcare, come il governo stesso.

Flotilla: missione internazionale, non italiana

La questione però è un’altra: non la missione italiana, ma quella internazionale. Punto che tutti sembrano scordarsi, almeno nel nostro Paese. Le nazioni coinvolte sono decine, in una missione internazionale. In cui il governo italiano non ha alcun ruolo. E infatti al direttivo internazionale della missione non interessa più di tanto la posizione di Roma né la proposta di mediazione già bocciata. D’altronde, come ha spiegato anche Simona Moscarelli, della Global Sumud Flotilla, portare gli aiuti umanitari non è l’unico obiettivo. Anzi, quello principale è “creare un corridoio umanitario stabile, rompere il blocco navale degli israeliani”. Ma in Italia la discussione riguarda altro, tanto più dopo l’appello di Mattarella. Tanto da uniformare le posizioni del Pd a quelle di Fratelli d’Italia.

Le reazioni e l’ipotesi sbarco

L’appello di Mattarella è stato accolto positivamente dal Pd perché riporta la proposta di mediazione in mano al Patriarcato latino in Terra Santa e lo toglie di fatto dalle mani di Meloni. Che non può più metterci il cappello. L’appello di Mattarella riconosce il valore della missione e tanto basta per valutarlo diversamente rispetto a quello di Palazzo Chigi, per l’opposizione. La palla passa in mano ai parlamentari a bordo delle imbarcazioni che si dirigono verso Gaza. Nelle ore successive alle parole di Mattarella si è iniziato a parlare dell’ipotesi che parlamentari ed europarlamentari italiani decidessero di sbarcare e rinunciare a proseguire il viaggio verso Gaza.

Pubblicamente, per ora, nessuno lo ammette. La più decisa sembra essere Benedetta Scuderi, eurodeputata di Avs, che – dopo aver ringraziato Mattarella chiedendogli di sostenere la richiesta di aprire corridoi umanitari sotto il controllo dell’Onu – assicura che “ad oggi non c’è l’intenzione di sbarcare”. Secondo quanto riferito da Scuderi stessa, anche il senatore M5S, Marco Croatti, non avrebbe intenzione di scendere. E pubblicamente anche la posizione del Pd è la stessa.

Corrado (Pd): “Continuiamo a navigare assieme alla Flotilla”

Annalisa Corrado, europarlamentare dem, raggiunta da La Notizia assicura: “Noi siamo qui per accompagnare la Flotilla nel suo viaggio, ci siamo imbarcati assieme e restiamo al nostro posto”. Il messaggio di Mattarella, spiega, non è “rivolto a noi per sbarcare”. Eppure la voce che circola nelle ultime ore è che gli esponenti del Pd a bordo (c’è anche Arturo Scotto) sarebbero pronti a sbarcare nei prossimi giorni. D’altronde la segreteria ha preso posizione con il responsabile Esteri, Peppe Provenzano, che loda le parole di Mattarella e condivide il suo appello “a raccogliere la disponibilità del Patriarcato Latino di Gerusalemme a una mediazione che consenta di conseguire il primario obiettivo umanitario della missione”.

Non dice di sbarcare, ma il senso sembra questo. Non per Corrado, però, secondo cui Provenzano “sottolinea l’importanza delle parole di Mattarella”, “ma non ci sono ripensamenti rispetto alla nostra presenza: continuiamo a navigare assieme alla Flotilla”. Insomma, il Pd spera che si possa rivalutare la mediazione del Patriarcato. Ipotesi esclusa dalla missione internazionale, ma per la quale Corrado spera che ci sia ancora margine: “Ovviamente non è il nostro ruolo come parlamentari a bordo, le mediazioni le fa il comitato organizzativo. Certamente abbiamo fatto presente anche a loro che auspichiamo che si continui a lavorare per una soluzione che rispetti lo scopo umanitario della missione”. Tradotto: la speranza del Pd è che si accetti la mediazione.

Il che, precisa ancora l’europarlamentare dem, non vuol dire condividere il tentativo di Meloni, ritenuto “ipocrita e del tutto irrispettoso della missione, della società civile, di noi parlamentari”. Anche perché, accusa Corrado, “loro hanno tentato di appropriarsi di una trattativa in corso, non grazie a loro”. La conferma che la mediazione del Patriarcato non è un’operazione di Meloni, ma partita probabilmente da chi sta a bordo della Flotilla.