Le barche della Global Sumud Flotilla proseguono la loro rotta verso Gaza avvicinandosi sempre più alle acque a rischio, ossia alla cosiddetta zona di intercettazione, che gli attivisti prevedono di raggiungere tra stanotte e questa mattina. E la Marina israeliana si sta preparando per prendere il controllo in alto mare delle imbarcazioni della Flotilla. Quando si troveranno a centocinquanta miglia nautiche di distanza dalle coste della Striscia le imbarcazioni verranno avvertite da un alert della nave della Marina militare italiana che negli ultimi giorni le sta seguendo a distanza. Uno c’è già stato nel pomeriggio di ieri.
L’alert della fregata Alpino arriverà a 150 miglia nautiche da Gaza
La fregata Alpino non supererà, infatti, quel limite e da quel momento in poi la flotta della missione sarà senza ‘protezione’. La Fregata Alpino della Marina Militare sarà disponibile ad accogliere ogni persona che manifesti la volontà di trasferirsi a bordo, nel rispetto delle procedure di sicurezza e delle normative internazionali, ha reso noto lo Stato Maggiore della Difesa. L’ultimo avviso, e dunque l’ultima occasione di salire sulla fregata, sarà per oggi al raggiungimento delle 150 miglia nautiche dalle coste di Gaza, dove la nave militare si fermerà e rimarrà a disposizione per eventuali interventi di assistenza e soccorso. Tale limite sarà raggiunto prevedibilmente alle due di notte.
Botta risposta Flotilla-governo italiano
“Siamo chiari: questa non è protezione. E’ sabotaggio. E’ un tentativo di demoralizzare e dividere una missione pacifica e umanitaria. Questa è codardia travestita da diplomazia”. Così la Global Sumud Flotilla sull’invito del governo italiano.
“Con il piano di pace per il Medio Oriente proposto dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si è finalmente aperta una speranza di accordo per porre fine alla guerra e alla sofferenza della popolazione civile palestinese e stabilizzare la regione. Questa speranza poggia su un equilibrio fragile, che in molti sarebbero felici di poter far saltare. Temo che un pretesto possa essere dato proprio dal tentativo della Flotilla di forzare il blocco navale israeliano. Anche per questo ritengo che la Flotilla dovrebbe fermarsi ora e accettare una delle diverse proposte avanzate per la consegna, in sicurezza, degli aiuti. Ogni altra scelta rischia di trasformarsi in un pretesto per impedire la pace, alimentare il conflitto e colpire così soprattutto quella popolazione di Gaza alla quale si dice di voler portare sollievo. È il tempo della serietà e della responsabilità”, recita una nota diffusa dalla premier Giorgia Meloni in serata.
Flotilla determinata ad andare avanti
La determinazione della Flotillla è andare avanti. “La Global Sumud Flotilla prosegue nella sua navigazione verso Gaza e mancano circa 250 miglia all’ingresso nelle acque palestinesi”, ha reso noto la delegazione italiana del Gobal movement to Gaza. “Durante il viaggio la flottiglia ha subito attacchi da parte di droni che hanno causato danni ad alcune imbarcazioni. Nonostante ciò, la missione continua con determinazione verso le acque palestinesi” viene sottolineato. Poi il movimento annuncia che “se si verificheranno ulteriori aggressioni alle imbarcazioni, la popolazione è pronta a mobilitarsi nuovamente con scioperi e manifestazioni pacifiche”.
Le accuse dell’Idf e la replica degli attivisti
Intanto l’Idf ha sostenuto di aver trovato a Gaza e rivelato solo ieri documenti ufficiali secondo cui Hamas è coinvolto “direttamente nel finanziamento della flottiglia Sumud”. Dura la replica degli attivisti. “I fogli mostrati da Israele non provano né il finanziamento né il controllo di Hamas sulla Global Sumud Flotilla. Ripetono, piuttosto, un preoccupante schema già visto nel 2010 con la Mavi Marmara. Siamo una missione civile e umanitaria, sotto gli occhi dell’Europa e del mondo”, ha dichiarato la portavoce italiana della Global Sumud Flotilla, Maria Elena Delia.
“Chiediamo che gli atti vengano consegnati integralmente a organismi indipendenti: finché non accade, è propaganda, non prova”, ha detto, invitando tutti a scendere in piazza qualora Israele dovesse attaccare. Intanto c’è incertezza sul ruolo che avranno le navi turche.
Il ruolo delle navi turche
“La Turchia sta monitorando attentamente la sicurezza delle attività di aiuto umanitario svolte dalle navi civili attualmente in navigazione, in conformità con il diritto internazionale e i valori umanitari”, si legge in un comunicato del ministero della Difesa. “In questo contesto, le nostre navi contribuiranno alle missioni di aiuto umanitario in coordinamento con le istituzioni competenti”.
I parlamentari dem della Flotilla fanno sapere che al primo alt di Israele si fermeranno. Sulla Flotilla “hanno fatto una scelta ben precisa, hanno idee ben chiare. Il diritto internazionale è dalla loro parte, perché il blocco israeliano è assolutamente illegittimo, voler impedire l’accesso ad acque palestinesi, non israeliane, è illegittimo, lo abbiamo detto più volte. Ovviamente quello che suggerisco anch’io è non mettere a rischio l’incolumità nel caso in cui si trovassero, come immaginiamo tutti, un blocco davanti navale. Ma credo che da questo punto di vista hanno le idee ben chiare”, ha detto il leader M5S, Giuseppe Conte.