Fontana vuole prendersi Trenord. La ferrovia incubo dei pendolari

Il governatore della Lombardia Fontana punta al controllo della Trenord. Il M5S avverte: si può fare solo se migliorano i servizi.

Fontana vuole prendersi Trenord. La ferrovia incubo dei pendolari

Un’idea che “merita di essere valutata, a patto che contestualmente avvenga un cambio di dirigenza tale da portare a un reale cambio di passo dell’azienda”. Nicola Di Marco, capogruppo del M5S in Regione Lombardia, concede un’apertura di credito al presidente Attilio Fontana sull’idea di far diventare Regione Lombardia azionista di maggioranza di Trenord.

Il governatore della Lombardia Fontana punta al controllo della Trenord. Il M5S avverte: si può fare solo se migliorano i servizi

Lanciata prima in una intervista rilasciata all’Eco di Bergamo e confermata ieri dallo stesso governatore a margine di un convegno, la richiesta di Fontana è quella di avere in dote quell’1% in più che porterebbe la quota di Ferrovie Nord al 51%, sottraendola all’altro socio oggi paritario, Trenitalia. Fontana ha annunciato che sottoporrà la sua richiesta al ministro delle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini “per fargli capire come non è possibile andare avanti in questo rapporto un po’ anomalo sia per quanto riguarda la gestione sia per quanto riguarda soprattutto il capitolo degli investimenti, perché da parte del nostro socio non si muove niente”.

Una possibilità, dice Di Marco, da prendere in considerazione ma a una precisa condizione: “Una direzione rinnovata, che sia messa nelle condizioni di assumersi maggiori responsabilità”. L’esponente Cinque stelle spiega che “l’attuale governance ha alzato un muro nei confronti dei pendolari, mentre le sue performance in termini di affidabilità e indici di puntualità non sono migliorate. Motivo per cui l’attuale management dovrà cambiare, nel caso in cui si vada nella direzione auspicata dal Presidente Fontana”.

L’apertura di credito concessa da Di Marco a Fontana è però limitata, tanto che il capogruppo pentastellato spera che “non sia il solito annuncio privo di seguito, al quale Fontana ci ha abituati. Difficile però che Regione Lombardia rinunci alla ‘foglia di fico’ e alla possibilità di giocare a scaricabarile su RFI”. Per Dario Balotta, responsabile trasporti di Europa Verde, “il controllo di Trenord da parte della Regione Lombardia “c’è già”, dato che “i patti parasociali lasciano le nomine esecutive e di comando di Trenord tutte in mano alla Regione a partire da quella dell’amministratore delegato”.

Dal settembre 2018 sulla poltrona di ad di Trenord siede il ciellino Marco Giovanni Piuri che dal dicembre dello stesso anno è anche direttore generale della spa Ferrovie Nord. Rincara la dose il consigliere regionale Pd Pietro Bussolati: “Fontana non cerchi scuse ridicole, dal 2018 Trenord è interamente governata dalla Regione che esprime l’amministratore delegato, il direttore operativo e il direttore finanziario, cioè tutto il vertice operativo dell’azienda che da allora non è più diviso tra FNM e Trenitalia.

Il problema di governance è stato superato il 12 settembre del 2018, quando Fontana e l’assessore Terzi dissero che quella nuova organizzazione sarebbe stata risolutiva per i problemi di Trenord”. “Ora”, prosegue l’esponente dem, “se Fontana ritiene di cambiare l’assetto, acquistando l’uno per cento in più da Trenitalia, non ha che da dirlo al ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, senza però vendere fumo ai pendolari che, peraltro, ancora non sanno dell’intenzione del governatore di riaffidare a Trenord, senza gara, il servizio ferroviario regionale per altri dieci anni”.

“Di scuse ne abbiamo sentite tante, ma le Regioni, già oggi, hanno la piena responsabilità dell’organizzazione e della regolazione del trasporto pubblico e quello ferroviario lombardo, negli ultimi cinque anni, è addirittura peggiorato per numero di soppressioni e incidenza dei ritardi, nonostante i tagli delle corse, la riduzione dei passeggeri e il miglioramento dei treni circolanti”, conclude Bussolati.