Formigoni è già in carcere ma presto potrebbe tornare a casa. E’ scontro sulla “spazzacorrotti”. I legali del Celeste: non è retroattiva. Ma per i Cinque Stelle va applicata anche al suo caso

La legge fino al 30 gennaio prevedeva che i condannati ultrasettantenni, come Formigoni, potessero chiedere i domiciliari

L’ex Governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, è detenuto nel carcere di Bollate da ieri per scontare una condanna definitiva a 5 anni e 10 mesi per corruzione nel caso Maugeri-San Raffaele, ma potrebbe tornare presto a casa. La legge, infatti, fino al 30 gennaio di quest’anno prevedeva che i condannati ultrasettantenni, come Formigoni, potessero chiedere di espiare la pena agli arresti domiciliari. Ma a partire dal 31 gennaio 2019 è entrata in vigore la legge spazza corrotti, una norma fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle e approvata a dicembre dello scorso anno, per inasprire le pene contro politici e funzionari pubblici che si macchiano di reati contro la pubblica amministrazione. Delitti fra i quali è ricompreso anche quello per cui è stato condannato anche l’ex Governatore della Regione Lombardia, al quale non si potrebbe applicare il beneficio della carcerazione domiciliare.

Se non fosse per due dei principi cardine della legislazione penale italiana, cioè il favor rei (che prevede, che in caso di dubbio, si applichino le norme più favorevoli a chi ha commesso un reato), e quella dell’irretroattività della legge penale. Quest’ultima si traduce nel divieto di applicare a un soggetto una disposizione penale introdotta nell’ordinamento in un momento successive a quando è stato commesso il reato. Ed è proprio su questi due principi che l’avvocato di Formigoni, Mario Brusa, punta con la sua memoria, indirizzata al Tribunale di Sorveglianza, per riportare a casa Formigoni.

Adesso toccherà alla quarta sezione penale della Corte d’Appello milanese di occuparsi del cosiddetto “incidente di esecuzione” che la Procura generale solleverà in merito all’istanza di detenzione domiciliare presentata dalla difesa di Roberto Formigoni. Nelle stesse ore in cui l’avvocato dell’ex governatore della Lombardia depositava la richiesta di scarcerazione, il suo cliente ha sostenuto una serie di colloqui con gli operatori del carcere per capire se, in base alle condizioni psicologiche, ci siano misure particolari da adottare per tutelare la sua salute. Da quanto è trapelato, Formigoni è apparso “tranquillo e sereno”.

Intanto ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, il pentastellato Stefano Buffagni, è intervenuto sulla questione, affermando che “Formigoni è solo il primo di tanti che verranno colpiti dalla legge spazzacorrotti voluta dal Movimento 5 Stelle. Niente più favori per i colletti bianchi e la politica, se sei un corrotto o un corruttore finisci dritto in carcere e ci rimani. Punto. Altro che servizi sociali come avvenuto per qualcuno in un recente passato…”. Dello stesso avviso il blog del Movimento 5 Stelle secondo il quale, grazie alla legge approvata a dicembre, Formigoni resterà in carcere a scontare la sua pena. Tra qualche giorno si saprà se la norma voluta dai 5 stelle si applica anche all’ex governatore della Lombardia o no.