Fronte… Comune dei sindaci contro i governatori. I primi cittadini unico argine al caos delle norme fai da te delle Regioni

L’asse si va saldando e cioè quel volano immaginario che connette due livelli istituzionali come comuni e stato centrale, saltando a piè pari quello regionale. Ma andiamo con ordine. Questo giornale ha fatto più volte notare come il “federalismo all’italiana” si sia risolto in un gran pasticcio: competenze confuse, norme nebulose, procedimenti farraginosi, polizie locali in contrapposizione a quella nazionale. Insomma una macedonia amministrativa che si scarica, come al solito, sul cittadino che si trova sballottato nel caos.

I sindaci, in tutto questo, solo quelli che si sono dimostrati non solo più solerti, ma anche quelli più attrezzati perché appunto vicini alla gente ed avendo quindi sotto controllo la situazione reale. Invece i governatori hanno in genere mostrato pericolose velleità competitive che si sono risolte in pericolosissime contrapposizione legislative che hanno di fatto bloccato la corretta gestione dei problemi durante l’epidemia. Si veda quello che è successo in Lombardia per la gestione della prima fase e poi in tutta Italia per l’approvvigionamento delle mascherine.

Questo localismo pernicioso è figlio di una cultura, quella italiana, assolutamente non federalista come è invece quella dei Paesi anglosassoni e della Germania. Il caso di De Luca in Campania è eclatante. Il governatore-sceriffo ha guadagnato le prime pagine dei giornali internazionali come Le Parisien, a colpi di dichiarazioni ad effetto e clamorose in contrapposizione non solo al governo nazionale, ma anche ad altri governatori come Fontana in Lombardia. Qualche tempo fa la sindaca di Roma Virginia Raggi prese carta e penna e scrisse una lettera aperta al governo in cui rivendicava maggiori poteri per i sindaci costretti tra regioni e stato centrale.

Ora Antonio Decaro (nella foto) – primo cittadino di Bari -, presidente dell’Anci e cioè dell’associazione che riunisce tutti i Comuni d’Italia, è intervenuto nuovamente nel dibattito facendo notare come le regioni e i governatori siano animate da un pernicioso protagonismo mediatico che si riflette in norme conflittuali e scarsa capacità di elaborazione democratica. Infatti nella “fase 2 bis”, chiamiamola così, occorre un capillare e attento controllo del territorio che può essere effettuato solo dai comuni che lo conoscono e hanno uomini e mezzi per intervenire.

Gestire gli assembramenti, controllare le aperture dei parchi, verificare il rispetto delle norme nei locali pubblici sono compiti precipui dell’ente di prossimità e non delle regioni che però molto spesso – fa notare Decaro- hanno la tendenza ad intromettersi direttamente esautorando i comuni. Ma – fa notare l’esponente del Pd pugliese – poi la faccia ce la mette il sindaco alle elezioni non il governatore.