Fuga di notizie sul decreto Coronavirus, è caccia alla talpa. Tra Palazzo Chigi, ministeri e Regioni la manina che ha diffuso il testo del Dpcm firmato sabato notte da Conte

Confessa che gli sono “un po’ girate le scatole” e annuncia che andrà a presentare (già nella giornata di ieri) un esposto alla Procura. Il governatore lombardo Attilio Fontana (nella foto) passa al contrattacco sulle polemiche legate alle anticipazioni della bozza di decreto sul Coronavirus. Ma facciamo un passo indietro. Sabato scorso una fuga di notizie comporta la diffusione sulle agenzie di stampa e sui siti internet della bozza del decreto con cui il governo “chiude” la Lombardia e 14 province di Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, Marche. Sono passate le due di notte quando il premier Giuseppe Conte scende nella sala stampa di Palazzo Chigi a illustrare le misure. E, prima di entrare nel dettaglio, condanna duramente la fuga di notizie: “Una cosa inaccettabile: un dpcm, che stavamo formando a livello di governo per regolamentare le nuove misure che entrano in vigore subito, lo abbiamo letto su tutti i giornali. Ne va della correttezza dell’operato del governo e della sicurezza degli italiani. Questa pubblicazione ha creato incertezza, insicurezza, confusione e non lo possiamo accettare”.

Una massa di persone, dopo la diffusione delle misure in arrivo, si è precipitata alle stazioni o in macchina per sfuggire ai vincoli sugli spostamenti e alle misure di contenimento del contagio stabilite per l’area recintata dal governo. Scatta immediatamente la caccia alla talpa che ha diffuso le misure. Un articolo della Cnn parla di una bozza mandata loro dall’ufficio stampa della Regione Lombardia. “La Cnn ha già smentito di aver ricevuto la notizia da noi”, si difende il governatore. “L’unico intervento della Regione Lombardia – ha spiegato – è stato nel corso di una telefonata della Cnn. Alla domanda: ‘E’ questo il documento?’ l’ufficio stampa ha risposto Sì”. Insomma, conclude Fontana, “non siamo stati noi a diffondere il testo – di cui abbiamo ricevuto copia solo dopo averlo già visto circolare sui social – e chi lo ha sostenuto pagherà davanti ai giudici”.

L’ufficio stampa della Regione Lombardia, domenica, aveva specificato di aver appreso i contenuti della bozza del Dpcm dai principali quotidiani online e aveva chiesto rettifica alla Cnn. Che in serata con una lettera inviata a Fontana ha provveduto a chiarire. A prendere carta e penna il vicepresidente della comunicazione internazionale Cnn, Jonathan Hawkins, che ha spiegato che l’emittente ha “applicato i suoi rigorosi standard editoriali per verificare informazioni che erano già di pubblico dominio, sia sui siti italiani (tra cui il Corriere della Sera e La Repubblica) sia sui media internazionali (tra cui Reuters e il New York Times)”. Dunque, “l’articolo online della Cnn – prosegue Hawkins – è stato pubblicato alle 1.28 della mattina seguente”. Il dirigente assicura la massima trasparenza: “Comprendiamo appieno la preoccupazione dei governi regionali e nazionali riguardo alla necessità che le informazioni in circolazione siano accurate”, e per questo – precisa – “i nostri corrispondenti hanno prestato molta attenzione a verificare che la bozza del documento che circolava su altri media fosse autentico e di questo hanno chiesto conferma a Regione Lombardia e altri contatti”.

A tornare, seppur di sfuggita, sulla questione il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “è vergognoso – dice il numero uno della Farnesina – che sia trapelata una copia del decreto del presidente del Consiglio prima che venisse pubblicato ma questo momento è della responsabilità e occorre focalizzarsi sulle cose più importanti, ossia limitare il contagio. Non è il momento delle polemiche”.