Fuggi fuggi dal Carroccio in Abruzzo. E Salvini si aggrappa a Vannacci

Evento col generale Roberto Vannacci nella sala consiliare di Pescara. Ma il sindaco di FI casca dal pero: iniziativa a sua insaputa.

Fuggi fuggi dal Carroccio in Abruzzo. E Salvini si aggrappa a Vannacci

Sarà che Fratelli d’Italia ha raddoppiato gli iscritti, mentre la Lega è vittima della transumanza con la metà dei consiglieri eletti in regione, vista l’aria, che ha cambiato casacca per mettersi in salvo: per Matteo Salvini l’Abruzzo, un tempo terra di conquista e di successi è diventato un campo minato dove non si contano più morti e feriti. Il 13 ottobre per fermare l’emorragia e rilanciare il partito che pare più che malconcio proprio ridotto alla canna del gas hanno ben pensato di attaccarsi al generale Roberto Vannacci (nella foto). Che ha iniziato il suo tour dalla natìa Versilia in particolare dal Bagno Biondetti di Marina di Pietrasanta: ora grazie alla Lega il suo libro approda a Palazzo, quello della sala consiliare di Pescara.

Evento col generale Roberto Vannacci nella sala consiliare di Pescara. Ma il sindaco di FI casca dal pero: iniziativa a sua insaputa

Previsto il pienone dentro e soprattutto fuori al comune dove ad attendere l’autore del Mondo al contrario, ci sarà una manifestazione molto poco amichevole di associazioni e sindacati: per la Lega divenuta paladina della libertà del Vannacci pensiero (tipo: “omosessuali, non siete normali” o “i tratti di Paola Egonu non rappresentano l’italianità”), comunque vada sarà un successo. Almeno di pubblico. E con le regionali alle viste tutto fa brodo. Pure le polemiche che impazzano da giorni e che hanno rischiato di far bisticciare gli alleati o almeno mettere in imbarazzo Forza Italia.

La sala del consiglio comunale sarebbe stata concessa a quanto pare all’insaputa del sindaco azzurro Carlo Masci che all’inizio dell’estate aveva rischiato l’osso del collo per una ben più grave distrazione: il suo uomo di fiducia Fabrizio Trisi da lui preposto ai lavori pubblici, era stato arrestato insieme a un imprenditore e due pusher nell’ambito dell’inchiesta della procura di Pescara per corruzione, turbata libertà degli incanti, peculato, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti in uno scenario di baratto cocaina-bustarelle, che ha come epicentro una serie di cantieri anche finanziati dai fondi Pnrr.

“Sono attonito, non mi sono accorto di nulla” aveva detto il sindaco che torna ora a cadere dalle nuvole sull’iniziativa della Lega. In particolare del capogruppo in regione Vincenzo D’Incecco che però l’ha smentito quasi in diretta: “Ho regolarmente prenotato e affittato la sala” ha detto per poi infilare due dita negli occhi a chi è pronto a scendere in piazza ma pure, complice un postscriptum che sa di pizzino, un bel ceffone allo stesso sindaco. “Quelli che protestano, gli indignati di oggi, il 22 febbraio del 2023 nella sala Consiliare che dicono non dovrebbe ospitare la presentazione di un libro, ospitavano la nipote di Fidel Castro. P.S. la Sala fu concessa a titolo gratuito e non fu pagata come ho fatto io”.

La Lega in Abruzzo cerca di fermare l’emorragia di voti scesi dal 27,5% delle Regionali al 9% dei sondaggi

Una stoccata da parte della Lega che è l’ultima di una lunga serie contro gli alleati di centrodestra accusati di prosciugare granai elettorali un tempo prosperi: se nel 2019 Salvini & Co avevano portato a casa il 27,5 per cento alle regionali (eleggendo 10 consiglieri e piazzando quattro assessori su sei nella giunta del Fratello d’Italia Marsilio), oggi il partito è quotato intorno al 9 per cento: situazione che ha una rappresentazione plastica nel passaggio al gruppo misto (anticamera verso nuovi lidi) della metà dei consiglieri regionali abruzzesi eletti tra le file della Lega.

Fratelli d’Italia invece ingrassa a vista d’occhio, Forza Italia regge nonostante tutto meglio che altrove e adesso persino le pulci hanno la tosse: ai leghisti che pretendono che nessun traditore della causa (a partire dall’assessore Nicola Campitelli confermato in giunta da Marsilio nonostante l’addio alla Lega) venga ricandidato, l’Udc ha risposto picche e in modalità ventriloqua: infatti è forte il sospetto che non accetteranno il veto leghista neanche forzisti e meloniani.