Giorgia Meloni attacca Pd e Movimento 5 Stelle per difendersi dalle accuse relative al Garante della Privacy. La presidente del Consiglio replica a chi chiede un azzeramento dell’Authority sostenendo che è stata eletta nella scorsa legislatura, quando al governo c’erano proprio Pd e 5 Stelle. Le opposizioni replicano spiegando che è il governo a non garantire l’imparzialità del collegio, facendo pressioni. Ma chi ha ragione sul ruolo del Garante e sulla sua elezione?
Innanzitutto, il Garante della Privacy è un organo composto da quattro membri, eletti dal Parlamento e che restano in carica per sette anni, con un mandato non rinnovabile. Il Garante per la protezione dei dati personali (questo il nome completo) è un organo collegiale. Il collegio viene scelto per metà (due esponenti) dalla Camera e per un’altra metà (altri due esponenti) dal Senato. Ma quando è stato eletto e da chi?
Quando è stato eletto il collegio del Garante per la privacy e da chi è composto
L’ultima elezione, quella dell’attuale collegio, risale al 14 luglio 2020. L’attuale presidente è Pasquale Stanzione, la vicepresidente è Ginevra Cerrina Feroni e gli altri componenti sono Agostino Ghiglia e Guido Scorza. L’elezione avviene con un voto parlamentare, uno per ogni ramo delle Camere. Nel 2020 furono eletti: Stanzione in quota Pd (121 voti), Cerrina Feroni (209 voti) in quota Lega, Ghiglia (123 voti) in quota Fratelli d’Italia e Scorza (237 voti) in quota M5S.
Come funziona l’elezione del collegio
Ricordiamo, innanzitutto, che il Garante ha compiti di controllo sul rispetto delle norme italiane ed europee in tema di protezione dei dati personali. Per quanto riguarda l’elezione dei quattro membri, è stabilita dall’articolo 153 del decreto legislativo 196 del giugno 2023. Le Camere devono scegliere tra candidature che possono essere avanzate “da persone che assicurino indipendenza e che risultino di comprovata esperienza nel settore della protezione dei dati personale, con particolare riferimento alle discipline giuridiche o dell’informativa”.
L’elezione avviene poi in Parlamento, con due esponenti eletti dalla Camera e due dal Senato. Una volta eletto, il collegio sceglie al suo interno un presidente, il cui voto prevale in caso di parità. Viene anche eletto un vicepresidente. I componenti del collegio non possono esercitare, durante il loro mandato, alcuna attività professionale o di consulenza, anche non remunerata. Inoltre, come spiegato nel decreto legislativo, i membri del Collegio “devono mantenere il segreto, sia durante sia successivamente alla cessazione dell’incarico, in merito alle informazioni riservate cui hanno avuto accesso nell’esecuzione dei propri compiti o nell’esercizio dei propri poteri”. Un punto molto importante sulla base di quanto emerso da Report.
Garante della Privacy, chi ha ragione tra Meloni e l’opposizione?
In conclusione, Meloni ha ragione a dire che il Garante della Privacy è stato eletto durante la scorsa legislatura, quando al governo c’erano Pd e M5s. Ma ciò che omette di dire è che il Garante non è stato scelto dal governo, ma dal Parlamento. Di cui lei stessa e il suo partito facevano parte. Non a caso, sono stati eletti due esponenti dell’attuale maggioranza e due esponenti dell’attuale opposizione. Che nel 2020 avevano ruoli invertiti: Pd e M5s in maggioranza, Fdi e Lega all’opposizione. E non è un caso che uno dei componenti del collegio, Ghiglia, sia stato eletto proprio in quota Fratelli d’Italia. Quindi Meloni non può di certo prendersela con Pd e 5 Stelle per la sua elezione.