Gas, rincari dei prezzi in arrivo in bolletta: il governo studia un piano d’emergenza in vista dell’inverno

Gas, rincari in arrivo nelle bollette nei prossimi mesi. Dopo le notizie non confortanti degli ultimi giorni, il governo pensa a nuove misure

Gas, rincari dei prezzi in arrivo in bolletta: il governo studia un piano d’emergenza in vista dell’inverno

Gas, rincari dei prezzi in arrivo nei prossimi mesi. Dopo le notizie degli ultimi giorni, il governo sta pensando di applicare misure per cercare di arginare l’aumento dei costi in vista soprattutto dell’inverno.

Gas, rincari dei prezzi in arrivo in bolletta

Negli ultimi giorni si sono registrati ulteriori aumenti del prezzo del gas in Europa. Questi rincari fanno presagire possibili stangate nelle bollette nei prossimi mesi e sono scattate già le preoccupazioni. “Le misure del governo per contenere i rincari energetici” estese fino a dicembre “non saranno sufficienti visto l’attuale livello del prezzo del gas”, dice il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli. “Un prezzo del gas di 250 euro al MWh si tradurrà in un prezzo record dell’elettricità, verso i 600 euro al MWh, 10 volte quelli che erano i prezzi anni fa. Questo significherà chiusure, recessione, calo dell’economia e distruzione della domanda”.

Il governo studia un piano d’emergenza in vista dell’inverno

Il governo in vista di ulteriori rincari sta pensando a nuove misure per arginare gli aumenti dei costi nelle bollette. Roberto Garofoli dal palco del Meeting di Rimini ha assicurato dopo le ultime notizie: “I recenti aumenti dei prezzi delle fonti energetiche determinano ulteriore preoccupazione. Il governo continuerà nelle prossime settimane a monitorare questa situazione e a muoversi sul solco tracciato dal Capo dello Stato al momento dello scioglimento delle Camere”.

Se poi in autunno dovesse scattare il terzo livello di emergenza si potrebbe arrivare ad un piano di razionamento con misure anche drastiche. Nelle abitazioni, per esempio, la temperatura dei termosifoni dovrebbero essere ridotte di due gradi con un orario ridotto di accensione. I comuni dovrebbero ridurre l’illuminazione pubblica fino al 40% dei consumi totali (alcune città, come Belluno, hanno già avviato in proprio un piano di riduzione).

 

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