Sembrava a un passo la pace nella Striscia di Gaza, con la nuova proposta degli Usa che era stata accolta di buon grado da Hamas perché comprendeva garanzie sul ritiro delle truppe israeliane e il divieto di riprendere l’iniziativa militare in futuro. A far saltare il banco, però, è stato lo spaventoso attentato terroristico a Gerusalemme, in cui sono state uccise almeno sei persone e altre dodici risultano ferite, alcune in modo grave.
La speranza…
A riaccendere la speranza erano state le indiscrezioni di stampa secondo cui la nuova proposta americana per un accordo di cessate il fuoco e per il rilascio di tutti i 48 ostaggi – sia quelli in vita sia quelli già deceduti – ancora in mano al gruppo terroristico, stava incontrando il favore di Hamas, che aveva aperto all’accordo e sul quale, secondo i media israeliani, il primo ministro Benjamin Netanyahu stava “riflettendo attentamente”.
Un patto che, come riportava il sito di notizie israeliano Ynet, avrebbe previsto “garanzie altamente significative” sul fatto che Israele non riprenderà i combattimenti finché saranno in corso i colloqui per la fine della guerra e il riposizionamento delle Forze di difesa israeliane (Idf) al confine con la Striscia di Gaza. Che la trattativa fosse a buon punto lo si intuiva anche dall’ottimismo del presidente americano Donald Trump, che in mattinata aveva dichiarato di credere “che avremo un accordo su Gaza molto presto”. Peccato che a complicare i negoziati sia intervenuto l’ignobile attentato di Gerusalemme, che con la morte di sei israeliani inevitabilmente avrà ripercussioni.
… L’attentato
Stando a quanto si apprende, due terroristi pesantemente armati – entrambi neutralizzati dalle forze di sicurezza israeliane – sarebbero saliti su un autobus all’altezza dell’incrocio di Ramot per poi aprire il fuoco sui passeggeri inermi, in larga parte diretti al lavoro, causando una carneficina. Secondo quanto accertato dall’Idf, gli attentatori provenivano dalla Cisgiordania, fatto che è bastato a far scattare l’immediata – e brutale – reazione di Israele, con i militari che hanno circondato diverse aree alla periferia di Ramallah “per contrastare il terrorismo e rafforzare gli sforzi di difesa”.
A rischiare di far naufragare i negoziati di pace, però, non è tanto l’attentato quanto le dichiarazioni di Hamas, che su Telegram ha diffuso parole di fuoco: “Benediciamo l’azione eroica, una risposta naturale ai crimini dell’occupazione e al genocidio che Israele porta avanti contro il nostro popolo”. Parole che hanno scatenato la reazione del ministro israeliano di ultradestra Bezalel Smotrich, il quale ha chiesto lo smantellamento dell’Autorità nazionale palestinese, che a suo dire “deve scomparire dalla mappa, e i villaggi da cui provengono i terroristi dovrebbero assomigliare a Rafah e Beit Hanoun”, città della Striscia di Gaza ormai ridotte in macerie da due anni di guerra.
Duro anche Netanyahu, che ha tuonato: “Siamo in un’operazione di inseguimento e accerchiamento dei villaggi da cui provenivano i terroristi. Raggiungeremo tutti coloro che li hanno aiutati, chi li ha mandati”. Lo stesso premier, lasciando ben pochi margini alle trattative di pace, ha poi rincarato la dose: “Voglio dirlo nella maniera più chiara: questi attentati non ci indeboliscono. Al contrario aumentano la nostra determinazione a completare le missioni che ci siamo assunti, sia a Gaza, sia in Cisgiordania, ovunque”.
La polemica italiani sui militari israeliani in vacanza nelle Marche e in Sardegna
In Italia, intanto, è divampata la polemica politica dopo che Il Fatto Quotidiano ha riportato la notizia della presenza di militari israeliani in vacanza in Sardegna e nelle Marche per riprendersi dopo due anni di guerra.
“È semplicemente vergognoso che, mentre a Gaza continua il massacro di civili innocenti, i soldati israeliani vengano ospitati in Italia per trascorrere periodi di ‘decompressione’ e vacanza nelle Marche e in Sardegna. Il governo italiano deve chiarire immediatamente: esiste un accordo formale o informale con Israele per ospitare questi militari? Chi ha autorizzato e organizzato la loro permanenza sul nostro territorio? È l’ennesimo capitolo di una complicità politica e morale che non possiamo più tollerare”, ha denunciato Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde.
Dello stesso avviso la deputata di Avs Francesca Ghirra, secondo cui “da giorni rimbalzano sui media sardi e nazionali notizie sulla presenza di militari israeliani giunti in Italia, in Sardegna e nelle Marche, per un periodo di cosiddetta ‘decompressione’ dopo le attività militari svolte nel conflitto contro la Palestina. Ho presentato un’interrogazione ai ministri della Difesa e dell’Interno perché chiariscano quanto sta accadendo. Nessuno conferma che si tratti di soldati dell’Idf, ma il presidio delle forze dell’ordine davanti alla prestigiosa struttura alberghiera a cinque stelle di Baia Santa Reparata, a Santa Teresa Gallura, fa pensare che le preoccupazioni degli attivisti di Lungoni per la Palestina siano fondate”.