Finalmente il governo italiano batte un colpo. Finalmente arriva una dura condanna all’operato di Benjamin Netanyahu e al piano di occupazione di Gaza. A parlare è il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un’intervista a La Stampa. “Quel che sta accadendo” a Gaza, dice, “è inaccettabile”.
Crosetto attacca: “Non siamo di fronte a una operazione militare con danni collaterali, ma alla pura negazione del diritto e dei valori fondanti della nostra civiltà. Oltre alla condanna bisogna ora trovare il modo per obbligare Netanyahu a ragionare”. “Penso – prosegue il ministro – che l’occupazione di Gaza e alcuni atti gravi in Cisgiordania segnino un salto di qualità di fronte al quale vanno prese delle decisioni che obblighino Netanyahu a ragionare. E non sarebbe una mossa contro Israele, ma un modo per salvare quel popolo da un governo che ha perso ragione e umanità”.
Gaza, l’Italia si sveglia: Crosetto condanna Netanyahu
Crosetto prosegue nel suo ragionamento: “Un conto è liberare Gaza da Hamas, un conto dai palestinesi. La prima si può chiamare liberazione. Cacciare invece un popolo dalla sua terra è ben altro, e il termine usato mi pare del tutto improprio”. Per Crosetto il problema è che il governo di Tel Aviv “non è disposto a dialogare perché ha assunto una linea fondamentalista e integralista. La legittima difesa di una democrazia di fronte a un terribile attacco terroristico subito non convince più. Siamo di fronte a un progetto di segno diverso: la conquista di un territorio straniero mettendo in conto una catastrofe umanitaria”.
Crosetto ci tiene a fare una precisazione: “Bisogna sempre distinguere i governi dagli Stati e dai popoli come dalle religioni che professano. Vale per Netanyahu, vale per Putin, i cui metodi, ormai, pericolosamente si assomigliano”. Nessuna apertura, invece, sul riconoscimento dello Stato di Palestina: “Quello Stato non c’è e riconoscere uno Stato che non c’è rischia di trasformarsi solo in una provocazione politica in un mondo che muore di provocazioni. Va costruito un percorso per attuare la storica risoluzione Onu dei ‘due popoli, due Stati’, difendendo il diritto della Palestina ad esistere e avere uno Stato e quello di Israele a vivere in sicurezza”.