Un marchio a chiare lettere anche sul passaporto per rafforzare la lotta contro il turismo sessuale con minori e lo sfruttamento infantile. Gli Stati Uniti dichiarano guerra ai pedofili e annunciano un provvedimento con cui si applicherà una sorta di bollino sui documenti dei cittadini americani colpevoli di aver abusato di bambini. Il retro del passaporto avrà a tutti gli effetti un testo che non lascerà spazio a interpretazioni: “Il proprietario è stato condannato per un reato di tipo sessuale nei confronti di minori ed è schedato secondo la legge americana”, ci sarà scritto. Il bollino non impedirà di viaggiare all’estero ma chi è stato condannato per pedofilia al momento dell’ingresso in un altro Paese sarà sottoposto alle leggi di quello Stato.
Avvertimento chiaro – E sono molti i Paesi che attuano pesanti restrizioni contro tutti quelli che hanno commesso questo tipo di reati. La misura nasce come risposta all’International Megan’s Law, il decreto approvato dall’ex presidente Barack Obama per frenare lo sfruttamento infantile e il turismo sessuale di minori e prende il nome da Megan Kanka, una ragazzina di sette anni uccisa nel 1994 proprio da un pedofilo poi condannato. La norma prevedeva l’applicazione di un chiaro avvertimento sul passaporto di chi è stato imputato per questo genere di reati ai danni di minori e l’obbligo per i governi esteri di notificare agli Sati Uniti quando un cittadino statunitense condannato entra in un Paese straniero. Il Dipartimento di Stato dal primo novembre ha già iniziato a revocare i passaporti di tutte le persone che hanno avuto la condanna di pedofilia, ora chi vorrà viaggiare al di fuori del Paese dovrà, appunto, presentare richiesta per un nuovo documento che presenterà il marchio con la dicitura. Negli Stati Uniti la legge prevede che chiunque venga condannato per qualsiasi genere di reato a sfondo sessuale perda essenzialmente ogni diritto alla privacy per un periodo variabile, da un minimo di dieci anni dalla data del rilascio fino a tutta la vita.
Niente privacy – Ma non solo. C’è anche l’obbligo di registrare presso le Forze dell’ordine il proprio domicilio e i propri spostamenti, il divieto assoluto di frequentare o risiedere nelle vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori o dal genere di persona normalmente bersaglio dei propri crimini, e in alcuni casi l’affissione di tali dati in un registro pubblicamente consultabile; alcune municipalità statunitensi offrono la possibilità a chiunque di accedere a questi dati tramite appositi siti Internet. Il Dipartimento di Stato, nel rispondere alla critiche di chi già sostiene che una mossa del genere potrebbe impedire alle persone interessate di effettuare viaggi all’estero, ha precisato che la dicitura sul passaporto non impedisce di spostarsi fuori dagli Usa, ma rappresenta un avviso per i Paesi che ospiteranno le persone condannate per questi reati.