Governo Meloni in alto ma c’è l’accordo sulle presidenze delle Camere

Sono ore febbrili quelle che sta vivendo il Centrodestra che spera di chiudere oggi la partita per la squadra di Governo.

Telefoni che squillano senza sosta, vertici fiume dei partiti e summit di coalizione. Sono ore febbrili quelle che sta vivendo il Centrodestra che spera di chiudere oggi la partita per la squadra di Governo da proporre al Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Mentre l’accordo sulle presidenze delle Camera è stato raggiunto.

Sono ore febbrili quelle che sta vivendo il Centrodestra che spera di chiudere oggi la partita per la squadra di Governo

I nomi, per i vertici di Camera e Senato, sono ormai noti: Roberto Calderoli della Lega o Ignazio La Russa di FdI alla presidenza di Palazzo Madama, e il leghista Riccardo Molinari a Montecitorio.

Meloni: “Sono ottimista. Mi pare che le cose vadano bene, lavoriamo, lavoriamo. Saremo pronti”

Con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini “ci vedremo più tardi, sono ottimista. Mi pare che le cose vadano bene, lavoriamo, lavoriamo. Saremo pronti”, ha detto, questa mattina, la premier in pectore e leader di FdI, Giorgia Meloni, arrivando negli uffici del suo Gruppo alla Camera.

Fazzolari: “Sulle presidenze di Camera e Senato non ci sono problemi, un accordo c’è”

“Penso che non possiamo perdere tempo, la situazione dell’Italia non è facile”, ha aggiunto Meloni, a chi le domandava se giovedì sarà eletto il presidente del Senato. Una risposta arriva dal senatore di FdI, Giovanbattista Fazzolari, che arrivando negli uffici di FdI alla Camera ha confermato che “sulle presidenze di Camera e Senato non ci sono problemi, un accordo c’è”.

L’esponente di Fratelli d’Italia, tra i primi consiglieri della Meloni, è tranquillo anche sulla formazione della squadra di governo: “Non ci sono mai state particolari criticità con Lega e Forza Italia” ha detto a chi gli domandava se nella notte si fosse sbloccata la situazione con gli alleati sulla squadra dei ministri. Superato quindi anche lo scoglio Ronzulli? “Ripeto, veramente non ci sono mai state particolari criticità”, ha risposto Fazzolari.

La novità più importante di ieri è quella relativa all’Economia dove, dopo numerosi “no grazie” dai tecnici sondaggiati, Giorgia Meloni ha pensato di proporre Giancarlo Giorgetti con una mossa vista con sospetto da Matteo Salvini. Ma dopo poche ore qualcosa in via Bellerio è cambiata e, dopo una riunione concitata, dalla Lega hanno fatto sapere che l’ipotesi di dare a un leghista il Mef “sarebbe motivo di grande soddisfazione e orgoglio”. Insomma il veto se c’era, sicuramente è caduto.

Una decisione che può essere compresa alla luce del fatto che con Giorgetti all’Economia, perdurando il no al Viminale per il Capitano, allora a Salvini dovrà essere affidato il ruolo di vicepremier con una delega pesante come quella alle Infrastrutture.

Sembra incredibile ma la Meloni è riuscita a piegare il leader del Carroccio mentre sta incontrando difficoltà a fare altrettanto con Silvio Berlusconi in merito al veto su Licia Ronzulli. Il Cavaliere, infatti, non ne vuole sapere di lasciare la sua fedelissima fuori dal Governo e per lei pretende un ministero di peso. Difficile che andrà alla Salute, come spera Silvio, ma per uscire dall’impasse da FdI sarebbe arrivata un’offerta per il dicastero del Turismo.

Sarebbe tutto fatto per Antonio Tajani agli Esteri – complice il rifiuto di Elisabetta Belloni -, Adolfo Urso alla Difesa e Matteo Piantedosi al Viminale. Ma ieri a scombinare le carte ci ha pensato il Cavaliere proponendo di istituire il dicastero dell’Energia con Paolo Scaroni, ex ad di Enel ed Eni, alla guida. Una mossa che avrebbe contrariato FdI visto che per metterla in pratica sarebbe necessario spacchettare il ministero della Transizione ecologica che comporterebbe ritardi nell’azione del Governo.

E Intanto, per fare il punto della situazione, il leader della Lega Salvini ha convocato, sempre per il pomeriggio di oggi, il consiglio federale del partito.