Green Pass obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro. Dal Consiglio dei ministri via libera all’unanimità al nuovo decreto legge

Il Cdm ha dato il via libera all'unanimità al nuovo decreto legge che prevede l'estensione del Green Pass a tutti i luoghi di lavoro.

Green Pass obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro. Dal Consiglio dei ministri via libera all’unanimità al nuovo decreto legge

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’unanimità al nuovo decreto legge che prevede, come già annunciato, l’estensione del Green Pass a tutti i luoghi di lavoro. Tra le novità: prezzi calmierati per i tamponi e i guariti, per ottenere il certificato, non dovranno più attendere 15 giorni dalla prima dose. L’obbligo di esibire il Green Pass per tutti i lavoratori, sia pubblici che privati, scatterà dal 15 ottobre (qui la nota del Governo).

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Lavoro pubblico

A chi si applica

Sono tenuti a essere in possesso dei Certificati Verdi i lavoratori dipendentidelle Amministrazioni pubbliche.

L’obbligo riguarda inoltre il personale di Autorità indipendenti, Consob, Covip, Banca d’Italia, enti pubblici economici e organi di rilevanza costituzionale. Il vincolo vale anche per i titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice.

Inoltre l’obbligo è esteso ai soggetti, anche esterni, che svolgono a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa (o formativa, come per esempio gli stagisti) presso le pubbliche amministrazioni.

Dove si applica

L’obbligo di possedere e di esibire, su richiesta, il Certificato Verde è necessario per accedere ai luoghi di lavoro delle strutture prima elencate.

I controlli e chi li effettua

Sono i datori di lavoro ad essere tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni. Entro il 15 ottobre devono definire le modalità per l’organizzazione delle verifiche. I controlli saranno effettuati preferibilmente all’accesso ai luoghi di lavoro e, nel caso, anche a campione. I datori di lavoro inoltre individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle eventuali violazioni.

Le sanzioni

Il decreto prevede che il personale che ha l’obbligo del Green Pass, se comunica di non averlo o ne risulti privo al momento dell’accesso al luogo di lavoro, è considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della Certificazione Verde; dopo cinque giorni di assenza, il rapporto di lavoro è sospeso e la retribuzione non è dovuta dal primo giorno di sospensione. Non ci sono conseguenze disciplinari e si mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro.

Per coloro che sono colti senza la Certificazione sul luogo di lavoro è prevista la sanzione pecuniaria da 600 a 1.500 euro e restano ferme le conseguenze disciplinari. Per i datori di lavoro che non abbiano verificato il rispetto delle regole e che non abbiano predisposto le modalità di verifica è invece prevista una sanzione da 400 a 1.000 euro.

 

Organi costituzionali

Le disposizioni per il lavoro pubblico si applicano anche ai soggetti titolari di cariche elettive. Il decreto rimette agli organi costituzionali la decisione relativa all’applicazione della disciplina in materia di Certificazioni Verdi.

 

Lavoro privato

A chi si applica

Sono tenuti a possedere e a esibire su richiesta i Certificati Verdi coloro che svolgano attività di lavoro dipendente o autonomo nel settore privato.

Dove si applica

L’obbligo di possedere e di esibire, su richiesta, il Certificato Verde è necessario per accedere ai luoghi di lavoro.

I controlli e chi li effettua

Come per il lavoro pubblico, anche per quello privato dipendente sono i datori di lavoro ad essere tenuti ad assicurare il rispetto delle prescrizioni. Entro il 15 ottobre devono definire le modalità per l’organizzazione delle verifiche. I controlli saranno effettuati preferibilmente all’accesso ai luoghi di lavoro e, nel caso, anche a campione. I datori di lavoro inoltre individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle eventuali violazioni.

Le sanzioni

Il decreto prevede che il personale dipendente ha l’obbligo del Green Pass e, se comunica di non averlo o ne risulti privo al momento dell’accesso al luogo di lavoro, è sospeso. Non ci sono conseguenze disciplinari e si mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro.

È prevista la sanzione pecuniaria da 600 a 1500 euro per i lavoratori che abbiano avuto accesso violando l’obbligo di Green Pass, per i datori di lavoro che non abbiano verificato il rispetto delle regole e che non abbiano predisposto le modalità di verifica è invece prevista una sanzione da 400 a 1.000 euro.

Per le aziende con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di mancata presentazione del Green Pass, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata del contratto del sostituto e non oltre dieci giorni.

 

Tamponi calmierati

Il decreto prevede l’obbligo alle farmacie di somministrazione di test antigenici rapidi a prezzi contenuti che tengano conto dei costi di acquisto, secondo quanto previsto dal protocollo d’intesa siglato dal Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 d’intesa con il Ministro della salute. L’obbligo è per quelle farmacie che sono nelle condizioni di aderire al protocollo.

Le nuove norme prevedono inoltre la gratuità dei tamponi per coloro che sono stati esentati dalla vaccinazione.

 

Tribunali

Il personale amministrativo e i magistrati sono tenuti, per l’accesso agli uffici giudiziari, al possesso e all’esibizione delle Certificazioni Verdi. Al fine di consentire il pieno svolgimento dei procedimenti, l’obbligo non si estende ai soggetti esterni all’amministrazione della Giustizia.

 

Revisione misure di distanziamento

Il Consiglio dei ministri, in ragione dell’estensione dell’obbligo di Green Pass e dell’andamento della campagna vaccinale, ha deciso che entro il 30 settembre il Comitato tecnico-scientifico esprime un parere in merito alle condizioni di distanziamento, capienza e protezione nei luoghi nei quali si svolgono attività culturali, sportive, sociali e ricreative. La rivalutazione sarà propedeutica all’adozione degli immediatamente successivi provvedimenti.

 

Sostegno allo sport di base

Il provvedimento interviene, vista la grave crisi che continua ad attraversare il settore sportivo a causa dell’emergenza pandemica, anche sul settore sportivo. Grazie al riversamento al Fondo unico, in particolare, si destinano specifiche le risorse che potranno essere utilizzate a:

  • sostenere la maternità delle atlete non professioniste,
  • garantire il diritto all’esercizio della pratica sportiva quale insopprimibile forma di svolgimento della personalità del minore
  • incentivare l’avviamento all’esercizio della pratica sportiva delle persone disabili mediante l’uso di ausili per lo sport.

Inoltre con il riversamento al Fondo per il rilancio del Sistema Sportivo Nazionale, le risorse potranno essere destinate ad assicurare un ulteriore sostegno all’attività sportiva di base, anche attraverso finanziamenti a fondo perduto da attribuire alle associazioni e società sportive dilettantistiche.

Draghi accelera sul Green Pass. Sarà esteso a tutti i lavoratori. Oggi il Consiglio dei ministri decisivo.

I sindacati convocati a Palazzo Chigi dal premier – oltre a Mario Draghi erano presenti i ministri Giorgetti, Speranza, Orlando e Brunetta – confermano che il governo non indietreggia. Ed è intenzionato a introdurre con un decreto l’obbligatorietà del Green Pass per tutti i lavoratori del settore pubblico e di quello privato. Ed è quanto avverrà oggi pomeriggio nel Consiglio dei ministri che verrà preceduto in mattinata da una cabina di regia. La misura scatterà dal 15 ottobre.

Ai sindacati il governo non ha fornito una data precisa ma si presume intorno alla metà del mese prossimo per lasciare il tempo a chi non è vaccinato di poter ricevere almeno la prima dose e mettersi così in regola. Ad oggi, secondo dati del governo, 13,9 milioni di lavoratori ha già il Green pass, 4,1 milioni ancora non lo ha: l’obbligo riguarderebbe in totale, quindi, circa 18 milioni di persone.

QUESTIONE TAMPONI. Cgil, Cisl e Uil, sempre fermi sull’idea che l’obbligo vaccinale debba essere stabilito per legge – ma il governo, ha confermato Maurizio Landini della Cgil, per ora non contempla quest’ipotesi – ribadiscono la richiesta che i tamponi siano gratuiti per chi lavora. E chiedono che per gli inadempienti non siano previsti né licenziamenti né demansionamenti. “Finora nei luoghi di lavoro – affermano i sindacati – i tamponi sono stati sempre gratuiti. Non si devono pagare 22 euro ogni due giorni per poter lavorare”.

E rispolverano una vecchia nota polemica: “Perché per salire a Palazzo Chigi sono necessari sia il Green pass sia il tampone?”. Ma l’esecutivo dovrebbe rimanere fermo sulla linea trapelata nei giorni scorsi. Ovvero i tamponi non saranno a carico della collettività. Discorso diverso verrà fatto per quanti, a causa di comprovati motivi di salute, non possano vaccinarsi. La gratuità, si ragiona a Palazzo Chigi, avrebbe un effetto disincentivante: si applicano e continueranno ad applicarsi prezzi calmierati. Deciderà però la cabina di regia: fino all’ultimo, un periodo transitorio di gratuità non si può escludere. Non dovrebbero essere previste multe per chi non ha il certificato verde ma la sospensione dal lavoro e lo stop allo stipendio. Sarà espressamente previsto il divieto di licenziare, recependo una preoccupazione sindacale.

AMBIGUITÀ MA SENZA ROTTURA. Intanto la Lega, o meglio quell’anima leghista che sposa la linea salviniana peraltro sconfessata dal ministro Giancarlo Giorgetti e dai governatori, continua a fare resistenza. I malumori si scaricano in Parlamento, alla Camera precisamente dove è in corso l’esame del secondo decreto, quello che ha esteso l’obbligo della certificazione verde nelle scuole e nelle università e per i trasporti a lunga percorrenza e in cui è stato inserito anche l’ultimo decreto che estende il green pass a chiunque accede negli istituti scolastici e negli atenei e impone l’obbligo vaccinale per il personale delle Rsa.

Ebbene la Lega, insieme agli alleati di FdI, ieri ha votato contro il parere a questo decreto in commissione Cultura. Sebbene lo stesso provvedimento fosse stato approvato anche dai ministri leghisti in Cdm. Un’ambiguità che si manifesta anche al Senato dove il Carroccio vota la fiducia al primo decreto sul Pass che ottiene il definitivo via libera. Insomma ancora una volta per la Lega vale il detto can che abbaia non morde. Presto, annuncia intanto Gregorio Fontana, deputato questore di Montecitorio, il Green Pass sarà obbligatorio anche per entrare in Parlamento. Come hanno richiesto anche i sindacati.