Gregoretti, mercoledì al Senato il voto sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. L’ex ministro: “Non vedo l’ora di andare in tribunale”. Ma la Bongiorno lo avverte: “Non spinga per il sì”

“Mercoledì vado in Aula assolutamente tranquillo. E’ sicuro che passerà la richiesta di processo ai miei danni. Spero solo che facciano in fretta”. E’ quanto ha detto oggi a Trieste il leader della Lega, Matteo Salvini, riferendosi al caso della Gregoretti e del voto, previsto mercoledì al Senato, dell’autorizzazione a procedere nei suoi confronti per sequestro di persona.

“Non vedo l’ora – ha aggiunto – di andare in tribunale e guardare negli occhi quel giudice e spiegargli che difendere i confini del mio Paese era un mio diritto e un mio dovere e non un crimine”. E’ giusto, ha aggiunto ancora l’ex ministro dell’Interno, “che gli italiani sappiano se difendere i confini è un diritto e un dovere di un ministro o seppure e’ un crimine”. Quindi, ha concluso, “nessuna richiesta di negare questa possibilità di giudizio”.

I senatori del M5S, insieme al resto della maggioranza voterà a favore dell’autorizzazione a procedere, mentre i parlamentari della Lega lasceranno l’Aula. Ma ad avvertire il Capitano sui rischi del voto, in un’intervista al Corriere della Sera, è la parlamentare del Carroccio, Giulia Bongiorno: “Spero davvero che Matteo Salvini decida di non avallare la linea dell’autorizzazione a procedere nei suoi confronti”. Per la Bongiorno “è sbagliato che da molti anni a questa parte la politica abbia rinunciato a molte delle sue funzioni”. “E’ evidente – ha aggiunto – che il Parlamento abbia abdicato al potere di legiferare in alcune materie sensibili e che per una sorta di pudore abbia rinunciato a tutelare la sua indipendenza. Basta guardare ai molti via libera alle autorizzazioni degli ultimi anni, che nasce anche dal timore dei parlamentari di essere considerati dei privilegiati”.

“Tutti – ha detto ancora Bongiorno – non fanno che chiedere se salveremo o non salveremo Salvini. Non è questo il punto. Il Senato deve verificare se ha agito nell’interesse pubblico. E quel che vale oggi per Salvini tutelerà in futuro chi svolge questa funzione. L’idea che un uomo possa rimanere per anni e anni a processo non dovrebbe piacere a nessuno. E questo certamente lo farò presente a Matteo Salvini. Lui pensa di andare in aula e dimostrare davanti a tutti in tempi brevi che ha ragione. Però, questo rischia di non succedere. I tempi potrebbero essere lunghissimi e c’è il problema di restare bloccati per anni, ostaggi del processo”.