Meno di un mese dopo il faccia a faccia con il capo politico Luigi Di Maio, quello che è percepito dalla base ma anche da molti parlamentari come il vero capo dei 5Stelle, Beppe Grillo, torna nella Capitale. La prima tappa ufficiale è al Tempio di Adriano, dove è presente anche Davide Casaleggio, per la presentazione del piano di Innovazione del governo. ma già nel pomeriggio lasciando l’hotel Forum, dove ha incontrato fra gli altri l’ex ministro dei Beni cuturali Alberto Bonisoli, parla con i giornalisti dei fuoriusciti dal M5s usando toni morbidi, non propriamente in linea con gli strali lanciati da Luigi Di Maio e dal suo ex capo segreteria Dario De Falco nei giorni scorsi. “Io non riesco a convincere nessuno, se una persona cambia idea lo può fare. Non sono qui per rasserenare nessuno”, afferma per poi commentare, in maniera positiva, anche il fenomeno delle sardine: “Le sardine c’è da tenerle d’occhio. Che non si facciano mettere il cappello da nessuno. È una cosa interessante, sono un movimento salutare”.
La seconda tappa è a Palazzo Madama per incontrare i senatori del Movimento. E’ al Senato, infatti che negli ultimi giorni si sono registrate le maggiori tensioni, dalla vicenda dei transfughi passati alla Lega, ai “malpancisti” sul voto riguardante la modifica del MES, dall’astensione di quattro senatori lunedì sul voto di fiducia alla manovra sino all’ultima grana sulla Commissione d’inchiesta sulle banche. Il senatore Elio Lannutti, indicato dai gruppi parlamentari 5Stelle come presidente e ieri oggetto di durissimi attacchi da parte del Pd (leggi l’articolo), ha confermato la sua candidatura dopo aver incontrato Grillo a Roma accompagnato dall’ex pm Antonio Di Pietro, compagno di partito di Lannutti ai tempi di Italia dei Valori e attualmente suo legale. Accolto da un lungo applauso dei presenti, al suo ingresso nella Commissione Difesa del Senato, sede scelta per l’assemblea del gruppo M5s, il garante Grillo ha subito caricato i suoi: ‘’Parlate di cose belle e di futuro’’ e ha ribadito come la priorità sia quella di “portare il Pd sui nostri temi, anche se per fare le cose occorrono tempo e pazienza’’.
Intanto, per marcare un cambio di passo di fronte alle rimostranze di alcuni senatori che affermavano di “sentirsi soli e ignorati da ministri e governo, Grillo ha scritto il suo numero di cellulare su un foglio e lo ha mostrato in modo che tutti potessero segnarlo. “Non siamo quelli di 10 anni fa e bisogna cambiare la comunicazione e farla in maniera diversa” ha poi affermato. Prima di blindare Luigi Di Maio: “Non c’è una persona come lui, in grado di fare le cose fa lui”, avrebbe detto all’incontro con i deputati M5S.
“Grillo ci ha detto di non mollare e di andare avanti, perché se molliamo in questo Palazzo tornano quelli che hanno distrutto il Paese”. Così il senatore Gianluca Ferrara, uscendo dall’assemblea di Palazzo Madama ma intanto, nonostante Grillo non abbia affrontato l’argomento, emergono malumori crescenti nei confronti di un dissidente ormai “cronico”: Gianluigi Paragone, non a caso assente al consesso. E’ ancora Ferrara ad affermare: “Paragone può andare via se non si trova più bene nel M5S, ma sia chiaro: chi si dimette va a casa’’. Sulla stessa linea il parlamentare Luigi Gallo: “Noi lavoriamo a soluzioni e lui pontifica. I cittadini non lo pagano per stare su Facebook o in TV”.