Grillo, mai dire Rai

di Marco Castoro

La guerra santa contro Beppe Grillo è ormai un dato di fatto. Le larghe intese stanno serrando i ranghi per non far decollare il Movimento 5 Stelle alle prossime Europee. Ogni ostacolo è lecito per frenarne la corsa. Soprattutto in tv. Mamma Rai sta vestendo le sembianze della matrigna di Biancaneve. Come se già non bastasse Mediaset, non certo ben disposta nei confronti dell’ex comico genovese. Ma c’è sempre La7. O no? Mah, fino a un certo punto. Visto che Enrico Mentana strizza l’occhiolino a Renzi; Urbano Cairo non è certo grillino e perfino Michele Santoro ha impugnato la spada dopo che Grillo ha usato toni esagerati nei confronti del vignettista Vauro. L’anchorman del giovedì è talmente infuriato contro Grillo da prendersela perfino con Marco Travaglio, il quale ora rischia di essere tagliato dalla prossima edizione di Servizio pubblico.

La polpetta avvelenata
Oltre ai tanti problemi dovuti ai 150 milioni sottratti alle entrate dopo che il governo ha deciso di tenerseli, la Rai deve fare i conti anche con gli ascolti e di conseguenza con il mercato pubblicitario. Quindi non può permettersi di concedere una prima serata a Tsipras, seppure il lato b di Paola Bacchiddu abbia un suo perché e sia stata una trovata alquanto… fortunata. È vero pure che ci sono le regole della par condicio, che c’è il servizio pubblico, ma ci sono anche da vendere i break pubblicitari della fascia più importante di Raiuno. Non a caso in vista delle Europee Viale Mazzini ha pensato a tre speciali in prima serata di Porta Porta con Bruno Vespa e con il direttore del Tg1, Mario Orfeo, in tre giorni diversi – 14, 15 e 16 maggio – con le apparizioni solitarie di Beppe Grillo, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. E gli altri? Per tutti i restanti leader candidati alle Europee a disposizione c’è la seconda serata del talk di Vespa. Tutto questo però ha scatenato la rivolta dei partiti cosiddetti minori e in Vigilanza è scoppiato un pandemonio. La commissione è diventata un plotone di esecuzione. I membri parlamentari sono l’uno contro l’altro armato. Tutti con il fucile puntato sulla sagoma del presidente Roberto Fico, accusato dai più di aver pilotato l’ospitata di Beppe Grillo a Porta a Porta in prima serata.

La foglia di Fico
Fico è accusato di aver nascosto la trattativa tra Vespa e Grillo per la presenza del comico genovese su Raiuno. Ma, Alfano docet, il presidente pentastellato ha respinto le accuse e ha smentito che ci sia stata una trattativa, o qualcosa di simile, tra il leader grillino e il Cavallo di Viale Mazzini. Morale della favola: la proposta della Rai è stata bocciata dalla Vigilanza: si tratta di una soluzione contraria ai principi della par condicio. I maligni sono pronti a scommettere che la Rai sapeva bene che proporre tre serate privilegiando i tre leader più forti avrebbe scatenato una rivolta e lo stesso Fico alla fine sarebbe diventato un bersaglio. Perché sospettato di aver lavorato sotto traccia per favorire la presenza di Grillo a Porta a Porta. In pratica si sarebbe trattata di una vendetta trasversale dei vertici di Viale Mazzini nei confronti del censore Fico.

La lettera
Nella lettera della commissione in risposta a viale Mazzini si specifica che non è nei poteri della Vigilanza esprimere pareri preventivi sulla programmazione Rai, come stabilito già da tempo dall’Authority garante nelle comunicazioni. Il presidente della Vigilanza, tuttavia, ha espresso un proprio parere secondo cui fare tre prime serate sulla rete ammiraglia Rai con ospiti rispettivamente Renzi, Berlusconi e Grillo, mentre per gli altri leader dei partiti andrebbero in seconda serata, sarebbe un comportamento contrario ai principi della par condicio. Quindi, fine dei giochi. Gli speciali in prima serata non si faranno.