Raid aereo di Guerini su Rieti. Volo di Stato per 60 chilometri. Col taxi dei cieli pure per spostarsi nel Lazio. La giustificazione del ministero: motivi di sicurezza

Il 14 maggio scorso il ministro della difesa Lorenzo Guerini ha scelto la via del cielo per raggiungere da Roma una base militare a Rieti.

Raid aereo di Guerini su Rieti. Volo di Stato per 60 chilometri. Col taxi dei cieli pure per spostarsi nel Lazio. La giustificazione del ministero: motivi di sicurezza

Non è solo la Maria Elisabetta Alberti Casellati ad avere la passione per i voli di Stato. La presidente del Senato ha fatto ricorso per ben 124 volte in un anno ai cosiddetti aerei blu e sta continuando. Anche i ministri non disdegnano però quegli agi e non solo per recarsi in missione all’estero o in zone d’Italia dove con la più proletaria auto blu occorrerebbe troppo tempo. Il ministro della difesa Lorenzo Guerini ha scelto infatti la via del cielo anche per raggiungere Rieti da Roma.

IL CASO. Per il numero uno della Difesa sembra fossero troppi sessanta chilometri sulle strade del Lazio. Meglio un bel volo. Ecco dunque che tra i voli di Stato appunto che i membri dell’esecutivo sono tenuti a rendere pubblici, il mese scorso compare un Roma-Rieti-Roma di Guerini. Precisamente il 14 maggio. Ragioni per il ricorso al mezzo aereo? “Sicurezza”. Ma quale ragione avrà mai spinto l’esponente dem a recarsi nel capoluogo dell’alto Lazio con un volo di Stato e quali saranno state le ragioni che non rendevano sicuro un altro tipo di viaggio?

L’appuntamento a dire il vero non sembra eccezionale e neppure ad alto rischio. Il 14 maggio scorso infatti il ministro della difesa Guerini si è recato alla Scuola interforze per la difesa nucleare, biologica e chimica (Nbc) di Rieti per un’esercitazione nell’ambito del programma europeo “Resist” (Resilience support for critical infrastructures through standardized training on Cbrn), destinato alla formazione di 16 addetti alle infrastrutture critiche, tra personale di Telespazio, del centro operativo del Fucino, e della Sacbo, operatore presso lo scalo aereo di Bergamo Orio al Serio. Era accompagnato dal capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Enzo Vecciarelli, e dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il generale di corpo d’armata Pietro Serino.

“Esser preparati a gestire minacce Cbrn, chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari, è una priorità per l’Italia. Quello di oggi è un bell’esempio di come la Difesa possa dare un contributo al Sistema-Paese, svolgendo efficacemente i suoi compiti istituzionali e allargandone i benefici al mondo civile sulla base delle sue competenze ed esperienze che, per loro natura, spesso richiedono la ricerca di soluzioni a problemi complessi”, ha dichiarato Guerini a margine della visita. Un saluto e poi via a casa.

IL DISEGNO DI LEGGE. Per rendere più trasparente il tema dei voli di Stato, intanto, la senatrice pentastellata Emma Pavanelli ha depositato un disegno di legge finalizzato ad estendere il regime di pubblicità di tali voli anche a quelli effettuati dal presidente del Senato, dal presidente della Camera, dal presidente del Consiglio e dal presidente della Corte Costituzionale, attualmente esclusi da qualsiasi obbligo di pubblicità.

“I voli di Stato sono effettuati utilizzando denaro pubblico. Per questo motivo riteniamo doveroso ci sia la massima trasparenza anche sull’uso che ne fanno queste quattro alte cariche istituzionali. La fiducia dei cittadini italiani nelle istituzioni si può tutelare nonché aumentare mostrando come vengono utilizzati i mezzi privilegiati di cui dispongono alcune persone per l’esercizio della loro alta funzione”, hanno dichiarato i 5S. Bisognerebbe però capire anche dove si vola. Nulla impedisce infatti di utilizzare tali mezzi anche per compiere pochi chilometri, ma resta il problema dell’opportunità.

Leggi anche: Una legge sulla trasparenza dei voli di Stato targata M5S. Se approvato il ddl Pavanelli obbligherà le cariche istituzionali a rendere pubblico l’uso della flotta aerea.