Guerra ai disabili in Lombardia: bocciata la mozione contro i tagli

In Regione Lombardia è guerra ai disabili, bocciata la mozione contro i tagli: le associazioni e le opposizioni sul piede di guerra.

Guerra ai disabili in Lombardia: bocciata la mozione contro i tagli

La destra in Consiglio regionale lombardo ieri ha bocciato una mozione, presentata da tutti i gruppi di opposizione, che chiedeva di cancellare i tagli ai sussidi diretti ai disabili gravi e gravissimi. La maggioranza ripete che i sussidi saranno sostituiti da nuovi servizi, ma questi nuovi ancora non esistono e difficilmente potranno essere realizzati in pochi mesi.

Il risultato è che dal 1° giugno prossimo chi percepiva 650 euro al mese, già insufficienti ai propri bisogni di assistenza, ora ne riceverà 400. Paola Pizzighini, consigliera regionale e Nicola Di Marco, capogruppo del Movimento 5 Stelle Lombardia, ieri mattina erano al fianco delle associazioni e delle famiglie delle persone disabili che hanno presidiato l’ingresso di Palazzo Pirelli, per protestare contro i vergognosi tagli ai fondi, fino al 47%, destinati alle persone disabili gravi e gravissimi.

Per Paola Pizzighini (M5S), “ancora una volta sono andate in scena incoscienza e assenza di responsabilità in tema di politiche sociali. Questa Giunta ha dimostrato che i cittadini che non sono performanti, non hanno diritti e non meritano l’attenzione di chi governa questa regione”.

Tagli ai disabili, in Lombardia opposizioni in trincea

Dice Nicola Di Marco: “Il centrodestra aveva garantito, mentendo in sede di Bilancio, che non ci sarebbe stato alcun taglio. Poi hanno fatto tutto il contrario, deliberandolo tra Natale e Capodanno e fuori da ogni confronto politico, nella speranza che passasse inosservato. Oggi di fronte a una richiesta semplice: scongiurare i tagli decisi per l’assistenza alle persone con disabilità, la destra ha saputo rispondere solamente che è colpa del governo Draghi. Se una maggioranza che governa da trent’anni, che parla con un governo dello stesso colore politico non è in grado di trovare le risorse che le associazioni chiedono, allora viene da chiedersi cosa siano qui a fare?”, aggiungono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Lombardia.

Rinviata al 30 gennaio la mozione presentata dal M5S sul “payback sanitario”, una norma dello Stato per effetto della quale viene stabilito che una parte dello sforamento, rispetto al tetto per l’acquisto dei dispositivi medici su base regionale, sia risarcito dalle imprese fornitrici. Spiega Di Marco: “è come se in ambito infrastrutturale venisse chiesto alle imprese di coprire ad esempio gli extra costi imputabili all’aumento delle materie prime, dell’energia o dell’inflazione. Una norma che nasce da un errore di fondo, quello cioè di paragonare il lavoro delle piccole medie imprese operative nell’ambito della fornitura di dispositivi medici, a quello delle grandi imprese farmaceutiche, ignorando che si tratta di mercati che rispondono a logiche e regole molto differenti”.

Secondo round

“Le criticità del “Payback sanitario” riguardano oltre 700 imprese con i relativi dipendenti, nella sola Milano”, chiarisce il capogruppo 5 Stelle, “imprese che rischiano di chiudere, qualora la normativa, sulla quale diversi ricorsi al TAR hanno già individuato quattro profili di incostituzionalità, non venisse rivista. Uno scenario che finirebbe per favorire le multinazionali del settore, ma che soprattutto, potrebbe mettere a rischio le stesse forniture sanitarie nei luoghi di cura. Il 20% delle imprese che subirebbero ripercussioni gravi, qualora la normativa non venisse rivista, ha sede in Lombardia”. Avevamo chiesto di ripensare gli atti con cui sono stati comunicati i “crediti” nei confronti delle varie società e di chiedere al Governo di valutare altri strumenti per il contenimento della spesa sanitaria, al fine di superare definitivamente il payback. Diverse Regioni italiane si sono già mosse, Regione Lombardia ha rinunciato a fare la propria parte”.