Guerra alle baraccopoli abusive. A Roma la Raggi risale sulla ruspa. Demolite 27 abitazioni nel campo rom La Barbuta. Ripristinata la legalità ignorata da tutti per anni

Alla fine sulla ruspa a Roma c’è sempre e solo la sindaca Virginia Raggi. Prima con gli abbattimenti delle abitazioni abusive del potente clan Casamonica e ora con le demolizioni delle baracche del campo rom La Barbuta, infinite volte al centro di indagini e polemiche per i roghi tossici appiccati per recuperare rame dai fili elettrici rubati. Matteo Salvini ha parlato tanto di ruspa ma, come i suoi precedessori di centrodestra e i suoi avversari di centrosinistra, per riportare realmente la legalità, oltre a qualche foto utile sui social, non ha fatto niente. La sindaca pentastellata sta facendo i fatti.

L’INTERVENTO. Ieri la Raggi ha dato il via all’abbattimento di 27 baracche abusive a La Barbuta e ha annunciato che nei prossimi mesi il campo verrà chiuso. “Nostra via è coniugare legalità e inclusione. Diritti a chi rispetta le regole, lavora e manda i figli a scuola. Nessuna tolleranza per chi viola la legge’’, ha twittato. Parole seguite ad un’azione concreta a differenza di quelle del Capitano e delle confuse truppe sovraniste. Molti dei moduli abitativi demoliti erano in passato bruciati proprio a causa dei roghi tossici che avvelenano l’aria della zona e la salute dei cittadini. “Queste baracche – ha sottolineato la sindaca – avevano un impatto nocivo sull’ambiente e a livello igienico-sanitario”.

Un intervento dunque il suo per tutelare gli abitanti dei quartieri vicini a La Barbuta e le stesse persone presenti nel campo, in particolare anziani e minori a cui è stata offerta assistenza. Facile del resto dire che verranno allontanati tutti quelli che vivono nell’illegalità, mentre è ben più complesso gestire e farsi carico di tali situazioni. ‘’La Barbuta – assicura la Raggi – è parte fondamentale del nostro piano per superare e chiudere i campi rom. Un percorso studiato nell’ottica di contemperare diritti e doveri”. Con un bando pubblico, quasi due anni fa, il Campidoglio ha assegnato il superamento di tali realtà alla Croce Rossa, i cui operatori si confrontano quotidianamente con chi vive a La Barbuta, spiegando loro che hanno finalmente l’opportunità di uscire dal ghetto, di inserirsi nel mondo del lavoro e di mandare i bimbi a scuola.

“Chi accetta questa prospettiva viene sostenuto. Nessuna tolleranza, invece, per chi preferisce continuare a vivere di espedienti e sotterfugi, all’interno dei campi e al di fuori delle regole’’, evidenzia la sindaca, agguìiungendo che la retorica dell’assistenza a prescindere danneggia prima di tutto le persone più deboli, perché ne impedisce l’inclusione e le condanna all’impossibilità di raggiungere l’autonomia. “Radere al suolo i campi senza proporre alternative – afferma l’esponente pentastellata – al contrario moltiplica solo i problemi senza risolverli. Legalità significa garantire diritti a chi rispetta le regole della nostra comunità. Ma anche non transigere con chi viola la legge. Questa è la nostra via per superare gradualmente, fino a chiuderli, i campi rom della città’’.

Nei giorni scorsi, intervistata a La7, la sindaca ha dichiarato che i campi rom “li ha aperti Salvini con le sue forze politiche, ai tempi di Alemanno che allora fu aiutato da Berlusconi e della Lega”. Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio, impegnata da dieci anni nella difesa dei diritti delle comunità rom, ha invece precisato che con la giunta Alemanno è stato aperto il campo La Barbuta e gli altri con le precedenti giunte di centrosinistra, quelle di Francesco Rutelli e Walter Veltroni. Fatto sta che gli unici abbattimenti e le uniche vere iniziative per chiudere quelle strutture ci sono stati con l’arrivo in Campidoglio dei 5S.