Guerra dei dazi di Trump contro l’Ue, Confesercenti lancia l’allarme: “Già bruciati 5,7 miliardi di Pil. Rischiamo una frenata senza precedenti”

Guerra dei dazi di Trump contro l'Ue, allarme di Confesercenti: “Già bruciati 5,7 miliardi di Pil. Rischiamo una frenata senza precedenti”

Guerra dei dazi di Trump contro l’Ue, Confesercenti lancia l’allarme: “Già bruciati 5,7 miliardi di Pil. Rischiamo una frenata senza precedenti”

L’1 agosto è segnato in rosso sui calendari dell’economia italiana. È la data fissata dall’amministrazione di Donald Trump per l’entrata in vigore dei dazi sui prodotti europei, ma gli effetti della “guerra commerciale” tra Stati Uniti e Ue sembrano già farsi sentire. E con forza. A lanciare l’allarme è Confesercenti, che in un’analisi impietosa fotografa un clima di incertezza che ha già minato le fondamenta della crescita: il Pil stimato è stato rivisto al ribasso di 5,7 miliardi di euro rispetto alle previsioni formulate a inizio anno.

Non è solo una questione di numeri, ma di fiducia. “L’attesa di quel che potrebbe accadere è diventata un elemento di forte instabilità per il mondo economico”, avverte Confesercenti, che mette nero su bianco le conseguenze di un contesto sempre più volatile. E non è finita qui: anche senza l’effettiva applicazione dei dazi al 30% promessi da Trump, l’incertezza potrebbe costare altri 2 miliardi nel secondo semestre dell’anno, portando la crescita del Pil a un misero +0,5%.

Guerra dei dazi di Trump contro l’Ue, Confesercenti lancia l’allarme: “Già bruciati 5,7 miliardi di Pil. Rischiamo una frenata senza precedenti”

Le esportazioni – cuore pulsante del Made in Italy – sono le prime a subire il colpo, con un calo previsto dello 0,3% rispetto al 2024. Ma il peggio, avverte Confesercenti, potrebbe arrivare nel 2026. Se i dazi venissero davvero confermati, le vendite all’estero dei prodotti italiani rischierebbero una contrazione di 20 miliardi di euro. Uno tsunami economico che si abbatterebbe anche sull’occupazione – con un tasso di disoccupazione previsto al 6,9% – e sui consumi interni, con una spesa delle famiglie destinata a ridursi di 10 miliardi e una crescita azzerata.

Il quadro si complica ulteriormente sul fronte turistico: un eventuale indebolimento del dollaro potrebbe scoraggiare i turisti americani, penalizzando un settore già provato da anni di incertezze globali.

“Al di là delle legittime posizioni sul da farsi, la questione dei dazi Usa porta con sé un netto deterioramento del clima di fiducia”, si legge nella nota. “In questa crescente incertezza, che è il peggior nemico dell’economia, pesa anche la sensazione di una crescente distanza tra Europa e Stati Uniti: da amici a diffidenti, quasi avversari”.