Svolta in Medio Oriente, Hamas apre al disarmo e all’ingresso nell’Olp per trasformarsi in un partito politico legittimo

Per il quotidiano saudita Asharq Al-Awsat, Hamas starebbe valutando il disarmo e l’ingresso nell’Olp, trasformandosi in un partito politico

Svolta in Medio Oriente, Hamas apre al disarmo e all’ingresso nell’Olp per trasformarsi in un partito politico legittimo

Secondo indiscrezioni raccolte dal quotidiano saudita Asharq Al-Awsat, Hamas starebbe valutando un cambiamento senza precedenti: la rinuncia alla lotta armata e l’ingresso nell’Organizzazione per la liberazione della Palestina. Fonti interne al movimento, rimaste anonime, descrivono un dibattito aperto tra la leadership dentro e fuori Gaza sul possibile scioglimento delle Brigate Qassam, il braccio militare del gruppo.

L’ipotesi in discussione prevede una trasformazione radicale, quella di un’organizzazione concentrata esclusivamente sull’attività politica, capace di partecipare alla vita pubblica palestinese e di tornare a incidere sul terreno istituzionale. L’adesione all’Olp – guidata dal presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas – verrebbe considerata un passaggio chiave per recuperare legittimità interna e tornare a essere un attore riconosciuto accanto agli altri partiti palestinesi.

La stessa fonte riconosce che l’immagine di Hamas si è profondamente incrinata dopo due anni di guerra e la perdita di decine di migliaia di vite palestinesi. Diventare un partito politico, aggiunge, sarebbe un modo per garantire al movimento una prospettiva di sopravvivenza “lontano dalle armi”, in un contesto dove il sostegno popolare non è più quello del passato.

Svolta in Medio Oriente, Hamas apre al disarmo e all’ingresso nell’Olp per trasformarsi in un parito politico legittimo

Le discussioni sul disarmo non sarebbero una novità assoluta: il tema, affermano le fonti, è già stato affrontato con Egitto, Qatar e Turchia, e persino toccato in modo indiretto con gli Stati Uniti, coinvolti nei negoziati che hanno portato al cessate il fuoco con Israele raggiunto a ottobre. Tuttavia, Hamas avrebbe posto una condizione irrinunciabile: qualsiasi processo di disarmo potrà avvenire soltanto nell’ambito di un accordo palestinese interno, senza interventi diretti né di Israele né delle Nazioni Unite.

Un punto particolarmente sensibile riguarda l’eventuale ricorso alla forza. Secondo le fonti citate, il movimento non accetterebbe pressioni militarizzate per consegnare le armi e teme che un tentativo di imposizione possa generare “uno stato di caos indesiderato e pericoloso” all’interno della Striscia.

Il nodo si intreccia con la recente risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che su proposta statunitense ha autorizzato la creazione di una Forza internazionale di stabilizzazione per Gaza. Tra i suoi compiti potrebbe esserci proprio la gestione del disarmo del gruppo islamista, un dettaglio che rende ancor più delicata la discussione in corso nelle stanze di Hamas. Se e come questa svolta potenziale potrà concretizzarsi resta tutto da verificare, ma le indiscrezioni suggeriscono che una fase politica nuova, almeno nelle intenzioni, sia entrata nel campo delle possibilità.