Harakiri incrociato di destra e sinistra a Viterbo. A Vitorchiano asfaltato il senatore Fusco della Lega. Centrosinistra suicida a Vetralla dove ha scelto un’indagata

A Vitorchiano asfaltato il senatore Fusco della Lega. Centrosinistra suicida a Vetralla dove ha scelto un'indagata.

Harakiri incrociato di destra e sinistra a Viterbo. A Vitorchiano asfaltato il senatore Fusco della Lega. Centrosinistra suicida a Vetralla dove ha scelto un’indagata

Doveva essere un terreno di conquista e invece il viterbese si è trasformato in un grottesco laboratorio di harakiri sia per il centrodestra che per il centrosinistra. Un capolavoro bipartisan, degno del teatro degli orrori, che ha visto protagoniste le cittadine laziali di Vitorchiano e Vetralla. La prima è quella per il quale il coordinatore della Lega nel Lazio, Claudio Durigon, aveva preparato e messo in campo una vera e propria macchina da guerra schierando tutti i simboli del centrodestra a supporto del candidato sindaco, Umberto Fusco (nella foto), per sbaragliare ogni resistenza.

Del resto il nome scelto per la sfida di Vitorchiano non è uno sconosciuto ma un senatore in carica del Carroccio. Proprio qui, secondo le intenzioni del partito di Matteo Salvini e in particolare di Durigon, si sarebbe dovuto affermare un nuovo modello di centrodestra da imporre a tutta la Tuscia. Proprio per questo a Vitorchiano, in questi mesi di campagna elettorale, è capitato di vedere importanti esponenti della coalizione, tra cui Vittorio Sgarbi e il ministro Massimo Garavaglia, a zonzo per le viuzze del paese per portare il loro supporto a Fusco.

Insomma una battaglia a cui il centrodestra teneva particolarmente e per la quale aveva messo in piedi un piano apparentemente perfetto visto che la resistenza nella cittadina era affidata al candidato civico Ruggero Grassotti che, per ovvie ragioni, non poteva contare sul supporto di infiniti – e consolidati – simboli. Ma, come ci insegna la storia di Davide contro Golia, non sempre la spunta chi sulla carta è “più forte” e infatti alle urne il senatore leghista è stato letteralmente strapazzato dal candidato civico, nonché sindaco uscente, che ha ottenuto addirittura il 75,96% delle preferenze. Dopo la sberla del risultato che ha pensionato il modello di nuovo centrodestra per la Tuscia, è arrivata anche la beffa perché davanti all’ingresso della cittadina è subito comparso uno striscione con su scritto: “Vitorchiano non si Lega”.

GUAI BIPARTISAN. Se il Carroccio piange per la disfatta nel viterbese, nemmeno il centrosinistra ride. Questa volta il capolavoro è avvenuto a Vetralla dove per la guida della cittadina della Tuscia il Partito democratico ha puntato sull’ex dirigente della Regione Lazio, Flaminia Tosini. Un nome che a qualcuno potrà dire poco ma che nel viterbese è impresso nella memoria di molti. Proprio lei, infatti, a marzo scorso era finita agli arresti domiciliari – guadagnandosi il soprannome di “zarina dei rifiuti” – perché avrebbe favorito, in cambio di brose firmate e bracciali, un imprenditore nel rilascio dell’autorizzazione per l’apertura della discarica di Roma che sarebbe dovuta sorgere a Monte Carnevale.

Difficile anche solo immaginare come, alla luce di questi fatti, nel centrosinistra qualcuno possa aver visto nella Tosini il nome giusto per sconfiggere il candidato del centrodestra. Sfortuna vuole che i cittadini hanno dimostrato una memoria da elefanti e che questa è stata ulteriormente rinfrescata dalla notizia, arrivata a metà settembre e quindi in piena campagna elettorale, di una seconda inchiesta a carico della donna relativa all’impianto di trattamento rifiuti di Castelforte, in provincia di Latina, dove sarebbero emerse, come riporta La Repubblica, presunte “autorizzazioni assenti o rilasciate in maniera sospetta” e rifiuti gestiti “abusivamente”.

Davanti a tutto ciò la candidatura si è trasformata nel più classico – e prevedibile – dei boomerang perché alle urne l’ex dirigente della Pisana è stata sbaragliata, ottenendo un misero 24,82% a fronte del 59,69% conquistato da Sandrino Aquilani del centrodestra.