I compensi più le consulenze. All’Istituto di geofisica si fa così. Extra di 60mila euro al presidente Doglioni. La missione Casa Italia lo paga a parte come esperto. L’interessato replica: incarico del 2018 e mai fatti favoritismi

Il terremoto mediatico sullo stipendio del presidente Inps, Pasquale Tridico, di certo non poteva prevederlo. Ma per descrivere il Far West italiano sugli emolumenti degli Enti pubblici possiamo trovare un perfetto esempio proprio nell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Una struttura che al di là del suo compito di studiare e possibilmente prevenire i terremoti, è invece molto instabile, come il nostro territorio d’altronde, e attraversata da una forte disgregazione interna, perlomeno a partire dall’arrivo alla presidenza del Prof. Carlo Doglioni (nella foto), ordinario di Geologia alla Sapienza di Roma.

FELTRE, ISCHIA & C. Nell’autunno del 2016, ormai quattro anni fa, Doglioni esordì aderendo alla Struttura di Missione “Casa Italia”, lanciata dal Governo Renzi all’indomani dei terremoti che erano appena accaduti in Italia centrale, ma anche precisando che avrebbe partecipato alle attività del gruppo non come presidente dell’INGV – incarico in virtù del quale era stato indicato il suo nome – ma come esperto universitario: un dettaglio che gli avrebbe consentito – poco elegantemente – di percepire un compenso di 60.000 Euro all’anno, al quale come presidente di un Ente di Stato non avrebbe avuto diritto, arrivando anche a sottacere il suo reale status pur di mascherare tale conflitto di interessi.

Della partecipazione del Prof. Doglioni a Casa Italia, nel frattempo trasformata in dipartimento della Presidenza del Consiglio, si ricorda che propose di includere Feltre (BL) tra dieci città campione ad elevata pericolosità sismica scelte per interventi-pilota di riqualificazione urbana. E dire che Feltre non risponde ai requisiti fissati da Casa Italia per la selezione delle dieci località, ma è la città natale del Prof. Doglioni e del fratello Francesco, architetto, indicato da un giornale locale come l’esecutore materiale degli interventi. Su questo è stata presentata un’interrogazione parlamentare che però dopo mesi sul tema non ha avuto ancora risposta.

Il 21 agosto 2017 un terremoto di magnitudo 4.0 colpì l’area di Ischia. L’Ingv lo localizzò in mare a circa 10 km di profondità, ma già a un’ora dall’evento le immagini televisive dei crolli a Casamicciola mettevano rapidamente in crisi questa informazione. La presidenza dell’ente, sorda alle proteste di numerosi sismologi secondo cui il quadro dei danni indicava chiaramente un ipocentro molto superficiale, posto in terraferma, non volle arretrare di un passo, e Doglioni ribadì la versione ufficiale dei fatti al TG2 del 22 agosto. Ci vollero altri tre giorni perché Doglioni e la direttrice dell’Ossevatorio Vesuviano, messi alle strette da un comunicato del CNR con cui venivano ben documentati gli effetti di superficie del terremoto proprio a Casamicciola, facessero retromarcia affermando che il terremoto era stato rilocalizzato.

Sono fatti noti le successive proteste della popolazione, le perplessità del mondo scientifico e le minacce di azioni giudiziarie da parte degli albergatori. In un’altra interrogazione parlamentare si chiedeva espressamente se c’era ancora da fidarsi di un istituto che da un lato promette localizzazioni accurate dei terremoti e dall’altro sbaglia tutti i parametri cruciali di un sisma che ha causato crolli e vittime, e per di più nasconde la verità per ben tre giorni e mezzo. Questo genere di episodi però non si ferma e alcuni ricercatori senior dell’INGV iniziarono a rumoreggiare. A settembre del 2018 si dimettono in rapida successione la direttrice del Dipartimento Terremoti, di fatto la struttura operativa più importante dell’INGV, e il Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza (RPCT). Entrambi, ciascuno per la sua sfera di azione, lamentando scarsa trasparenza, eccesso di decisionismo, irregolarità e forzature nelle procedure amministrative.

DUBBI SUI BILANCI. In un’altra interrogazione parlamentare (il 16 ottobre 2018) un gruppo di senatori documentò nel dettaglio gravi irregolarità nello svolgimento di un concorso con cui l’INGV assunse tre persone legate a vario titolo alla figura del Direttore Generale, tanto che si parlò a lungo di una possibile ispezione ministeriale o di indagine della Procura e dell’Anac, l’Autorità anti-corruzione, di fatto però mai partite. Con una veloce ricerca sulle interrogazioni parlamentari vengono fuori altri rilievi, questa volta sul bilancio d’esercizio 2018 – circostanza che da sola potrebbe comportare il commissariamento. Ma anche questo appello cade nel vuoto. Ancora più di recente, il 10 settembre scorso, quattro senatori Cinque Stelle (prima firmataria, Margherita Corrado) hanno portato all’attenzione del ministro per la ricerca e l’università un increscioso episodio avvenuto nell’ambito di un progetto-pilota di esplorazione geotermica ai Campi Flegrei.

Il presidente dell’INGV vi aveva dapprima aderito, ricevendone anche dei finanziamenti pubblici, ma se n’è poi dissociato quando dal pozzo trivellato per dare attuazione al progetto hanno iniziato a fuoriuscire vapori, spaventando la popolazione. Ne è seguita una sfilza di comunicati che ha avuto il solo effetto di sollecitare sia i nervi di chi abita nella zona della perforazione, sia quelli dei partner scientifici e industriali, additati al pubblico ludibrio come brutali speculatori incuranti delle possibili conseguenze delle loro azioni. Da qui l’iniziativa dei parlamentari 5S, che hanno chiesto il commissariamento dell’Ente. Tutti episodi – e non sono i soli – che hanno incrinato l’immagine dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia e la percezione della sua effettiva capacità di gestire una nuova crisi sismica o vulcanica. Ciò nonostante il presidente Doglioni continua a poter contare su un atteggiamento quantomeno benevolente del MIUR, “ministero vigilante” dell’INGV ma in concreto ben poco reattivo di fronte a tante segnalazioni di abusi e irregolarità.

La replica dell’Ingv:

Il presente articolo contiene una grave serie di diffamazioni inaccettabili.

Carlo Doglioni è professore a tempo definito all’Università Sapienza di Roma e l’incarico nel gruppo di lavoro a Casa Italia è stato attribuito su richiesta della Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri solo dopo la prevista autorizzazione dal proprio Ateneo, secondo quanto disposto dall’art. 53 del D.Lgs. n.165/2001. Si precisa, inoltre, che l’incarico ricevuto, pienamente legittimo, è terminato a inizio 2018.

Per quanto riguarda la scelta della Città di Feltre, tra i dieci cantieri di Casa Italia, essa è stata frutto di una decisione collegiale, basata esclusivamente sull’algoritmo elaborato dal Gruppo di Lavoro della Struttura di Missione, affermando con forza che tale localizzazione non è mai stata proposta o suggerita dal Presidente Doglioni su qualunque tavolo di lavoro.

Inoltre, è oltremodo infondata l’affermazione di incarichi professionali attribuiti da Casa Italia al prof. Francesco Doglioni, fratello del Presidente pro – tempore INGV, quale stimato professore di restauro architettonico presso l’Università IUAV di Venezia. Egli, infatti, non ha mai avuto alcun incarico e mai l’avrà da Casa Italia nella Città di Feltre, cantiere peraltro non ancora partito.

Si rilevano, altresì, ulteriori affermazioni profondamente errate, quali quelle relative al terremoto di Ischia nel 2017: per garantire al pubblico la conoscenza delle primissime notizie, l’Istituto comunicò i primi dati provenienti dalle sale operative dell’INGV.  In alcuni casi può accadere che, nei primi momenti susseguenti l’evento sismico, si abbia una naturale incertezza nella localizzazione, situazione che rientra pienamente nei limiti della capacità di rilevazione della rete sismica nazionale, data la sua presenza poco fitta nelle aree marine. Per una disamina dell’evento e relativi dati si veda il rapporto dell’INGV sul terremoto di Ischia:  https://ingvterremoti.files.wordpress.com/2017/09/rapporto-di-sintesi-sul-terremoto-6-settembre-2017_l.pdf.

Si ribadisce, inoltre, che mai l’INGV ha nascosto dati e/o valutazioni e che essi, non appena a disposizione, sono sempre stati immediatamente comunicati alla Protezione Civile Nazionale.

Proseguendo nella contestazione di quanto scritto dall’autore Sergio Patti, tutte le interrogazioni parlamentari che, nel tempo, sono state presentate, hanno fatto sempre riferimento ad un Istituto assolutamente non corrispondente alla realtà e, benché i parlamentari autori siano stati ripetutamente invitati a verificare di persona (e non de relato) quanto affermato nelle interrogazioni stesse, non hanno mai accolto tali inviti, avventurandosi in affermazioni non solo irrispettose del faticoso e costante lavoro che le donne e gli uomini dell’INGV assicurano h24 ma, soprattutto, profondamente false, in particolare paventando un’inefficienza o una mancanza di trasparenza nel bilancio che, per contro, dopo anni di negatività, dal 2016 è finalmente evoluto a valori ampiamente positivi, senza alcun danno all’efficienza ed efficacia delle attività di ricerca e monitoraggio dell’INGV.

È doveroso, inoltre, evidenziare che tutte le volte in cui gli organi governativi hanno chiesto chiarimenti sull’operato dell’Istituto, le relazioni prodotte hanno ampiamente soddisfatto i quesiti, senza alcuna critica che potesse oscurare la trasparenza della gestione svolta dal 2016 ad oggi.

Infine, preme rilevare che sugli avvenimenti che recentemente hanno interessato la zona di Agnano, l’operato e le dichiarazioni rilasciate dal Presidente Doglioni sono state ribadite e motivate punto per punto al Ministero vigilante (MUR), tutte finalizzate esclusivamente alla sicurezza pubblica, alla salvaguardia dell’ambiente e alla tutela dell’immagine dell’INGV.

L’Istituto si riserva di intraprendere ogni iniziativa legale per la tutela della propria immagine e professionalità.

Il Capo Ufficio Stampa
Valeria De Paola