I convegni pazzi dell’Ismea

di Stefano Sansonetti

Cinquecento mila euro l’anno per comunicare la propria attività. Spesa indispensabile, a sentire l’Ismea, ovvero l’Istituto di servizi per il mercato agricolo e agroalimentare. L’organismo, che agisce su indirizzo del ministero delle politiche agricole oggi guidato da Maurizio Martina, nei giorni scorsi ha rotto gli indugi e ha messo sul piatto un assegno da 500 mila euro. Serviranno a remunerare un “servizio di organizzazione eventi”, accuratamente messo a gara dall’Istituto presieduto fino a pochissimo tempo fa da Arturo Semerari. Il tutto per un’attività annuale. Ma cosa si intende per organizzazione di eventi? Dal capitolato tecnico, tanto per cominciare, si apprende che in ballo c’è “la realizzazione di eventi finalizzati a dare visibilità alle azioni di comunicazione coordinate da Ismea nell’ambito delle sue attività istituzionali”. L’ente, in buona sostanza, sviluppa servizi informativi, assicurativi e finanziari a favore delle imprese agricole, cercando di agevolare il loro rapporto con il mondo creditizio. In più svolge un’attività di supporto per le regioni. Il fatto è che per far questo, a quanto pare, c’è bisogno di comunicare, e molto, attraverso l’organizzazione di “eventi, convegni, workshop e seminari nella città di Roma e/o su tutto il territorio nazionale”.

Le carte
All’interno dell’appalto, tanto per far capire come la cosa venga presa con serietà, rientreranno servizi come gestione di biglietteria aerea, prenotazioni alberghiere, individuazione di sedi congressuali in hotel di categoria non inferiore alle 4 stelle, servizi di coffee break, buffet/pranzo seduti, cocktail/aperitivo, cena di gala, sottoposizione a Ismea di ipotesi di menù, eventuale realizzazione di blocchi e cartelline personalizzate, totem, pannelli, cartellonistica, gadget personalizzati, pieghevoli, brochure, addobbi floreali, servizio fotografico digitale, attività di ufficio stampa e acquisto spazi pubblicitari. Tutto l’elenco è fissato all’interno del capitolato tecnico. Naturalmente la domanda che viene da porsi è fondamentalmente una: in un periodo di spending review e vacche magre per le casse dello Stato, è possibile che sia necessario spendere 500 mila euro l’anno per convegni, eventi e attività di comunicazione? L’Ismea, contattata da La Notizia, ha spiegato che questa gara viene svolta anche per ottenere economie, visto che serve a comunicare le propria attività alle regioni. E si aggiunge che l’Istituto funge da “esecutore” per il ministero guidato da Martina. In più si fa notare che il bando comprende molte attività che magari alla fine non saranno necessarie. Di certo i documenti parlano chiaro, soprattutto quando spiegano che nell’ultimo triennio l’Ismea ha organizzato 40 incontri sul territorio nazionale e 30 manifestazioni su Roma. Non male per un istituto che vanta un presidente (ora da rinnovare), 4 consiglieri di amministrazione, un direttore generale, 5 dirigenti responsabili di settore e una controllata, la Sgfa, che sta per Società di gestione fondi per l’agroalimentare. Con altre poltrone.

Twitter: @SSansonetti