I probiviri M5S avviano le procedure di espulsione dei dissidenti. Verifiche su tutti i parlamentari 5S non in regola con le rendicontazioni. Di Battista: “Non sto capitanando correnti o scissioni”

I probiviri M5S avviano le procedure di espulsione dei dissidenti. Verifiche su tutti i parlamentari 5S non in regola con le rendicontazioni. Di Battista: “Non sto capitanando correnti o scissioni”

“Il Collegio dei probiviri, convocato nella riunione odierna, ha deciso a maggioranza dei suoi componenti di applicare quanto automaticamente previsto dallo Statuto in caso di espulsione dal gruppo parlamentare e procederà già da oggi con l’apertura dei procedimenti nei confronti dei parlamentari a cui è stata comunicata l’espulsione, da parte dei capigruppo di Camera e Senato, in seguito al voto di fiducia sul governo degli scorsi giorni. Contestualmente inizierà una fase di attenta verifica su tutti i portavoce non in regola con le rendicontazioni, procedendo fin da oggi con le prime aperture di procedimento per i più ritardatari”. E’ quanto ha comunicato in una nota il Collegio dei probiviri del Movimento Cinque Stelle.

“Non sto capitanando correnti e scissioni. Non sto fondando partiti. Sto provando a dedicarmi da fuori a portare avanti determinate battaglie, come ho fatto in questi anni. Voglio fare questo” ha detto Alessandro Di Battista, nel corso di una diretta su Instagram, rispondendo alle domande dei suoi followers.

“Non sono d’accordo con Crimi per l’espulsione dei senatori. Se fossi stato un parlamentare avrei votato ‘No’ alla fiducia. Ma credo – ha aggiunto l’ex esponente M5S -, come ha detto Morra, che sia una scelta giusta far votare gli iscritti sulle espulsioni, ponendo la domanda in maniera chiara”.

E proprio sui problemi interni al Movimento, e sull’espulsione dei senatori, Di Battista ha detto la sua: “Non sono d’accordo con Crimi. Credo, come ha detto Morra, che sia una scelta giusta far votare gli iscritti sulle espulsioni, ponendo il quesito in maniera chiara”. Chiarezza che usa nel parlare di Luigi Di Maio. “Con lui ho avuto degli screzi in passato, oggi abbiamo preso posizioni diverse… Amen. L’ho appoggiato durante il Conte 1, ed elogiato”.

“Ultimamente abbiamo chiarito, in passato condiviso tante missioni battaglie, e questo per me non cambia” ha aggiunto Di Battista. Se fosse stato un parlamentare avrebbe votato ‘no’ alla fiducia. Definisce il Governo Draghi “un’accozzaglia indecorosa, un assembramento parlamentare pericoloso. Salvini adotterà la stessa strategia adottata nel Governo Conte 1, picconerà ogni giorno, e non credo che la Meloni farà opposizione seria. Anche lei si comporterà in maniera piuttosto pavida”.

Draghi, per Di Battista, “è un uomo di finanza, onesto nella sua parabola” ma “è l’antitesi di determinate idee, sullo stato sociale e sull’attenzione al piccolo e alle piccole imprese, per quello che ha fatto in passato. Se poi dovesse convertirsi vedremo, ma non mi fido”. “Non ho le prove, ma sono sicuro che Gianni Letta sia l’artefice dell’operazione Draghi”, ha detto ancora l’ex M5S nel corso della diretta, spiegando, poi, ai suoi numerosi seguaci, i motivi del suo allontanamento dal movimento.

“Appena un mese fa ho avuto di nuovo rapporti con il Movimento, quando Renzi stava riaprendo la crisi. Ho appoggiato la linea e il presidente del Consiglio Conte, che ritengo un galantuomo e una persona molto leale. Mi è stato detto che questa era la linea e non si cambiava. Quando si è deciso di andare con Renzi ho detto ‘no’. E’ evidente che non sono io ad aver cambiato la linea”.

“Per me è impossibile avallare un Governo con Forza Italia” e “non era accettabile tornare a governare con delle forze politiche che avevano di fatto guidato la crisi di Governo”, ha detto ancora Di Battista. Sulla sua posizione quando ancora nel Movimento, infine, l’ex deputato ha precisato: “Non è vero che me ne sono lavato le mani anche se ho avuto bisogno, a un certo punto, di uscire dal Palazzo. Quando è stato fondato il Conte 2 diedi la mia disponibilità ma mi fu detto che il Pd aveva posto un veto, e la situazione si sarebbe sbloccata solo con l’ingresso della Boschi al Governo. Io scelsi di far fuori tutti e due, me e lei”.