Il prezzo dei carburanti scende, è vero. Ma c’è ben poco da festeggiare. Perché se il costo di benzina e diesel quest’anno, ad agosto, sarà meno elevato che nelle ultime estati, la ragione è da trovare semplicemente nel calo delle quotazioni del petrolio. E qui arriva il motivo per cui c’è ben poco da festeggiare: le quotazioni odierne sono infatti più basse di quelle di qualche anno fa. Peccato solamente che qualche anno fa, nonostante un costo del petrolio più elevato, la benzina costasse meno.
Insomma, ha ben poco da esultare il ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, che in una nota rivendica il presunto successo del calo dei costi al distributore. I prezzi, in realtà, dovrebbero essere molto più bassi, come dimostra anche il Codacons segnalando che la flessione dei carburanti è stata solo del 2% a fronte di un calo delle quotazioni del petrolio che sfiora il 17%. Insomma, il dubbio della speculazione resta tutto.
Le cifre a metà del ministero
In una nota, il ministero sottolinea che la discesa dei prezzi del carburante prosegue in tutta Italia, “sulla scia dell’andamento dei mercati internazionali delle materie prime e dei prodotti raffinati”. Il ministero segnala gli ultimi ribassi con la benzina che costa 1,71 euro al litro e il gasolio 1,64 euro al litro. Il ministero di Urso però prova a rivendicare un altro risultato, sottolineando che i prezzi di benzina e diesel siano “ai livelli più bassi dal 2021, prima della guerra della Russia in Ucraina”. Vero, ma ciò che omette è che nel 2021 i costi erano più bassi e il petrolio più caro. E a poco serve rivendicare che oggi i prezzi siano più bassi di un anno o di tre anni fa. I fattori sono esterni. Proviamo a vedere cosa dicono davvero i dati.
Prezzi di benzina e diesel, il confronto col passato
Oggi, come detto dal Mimit, il prezzo della benzina è di 1,71 euro al litro, quello del gasolio 1,64. Il petrolio (prendiamo come riferimento le quotazioni del Brent) oscilla tra i 65 e i 66 dollari al barile. Vediamo cosa succedeva negli scorsi anni, sempre nella settimana di Ferragosto, basandoci sui dati ministeriali. Nel 2024 la benzina costava di più: 1,82 euro al litro e il gasolio a 1,69 euro al litro. Ma con il petrolio attorno agli 80 dollari al barile. Discorso simile nel 2023: benzina a 1,94, Gasolio a 1,84 ma con il petrolio a quota 86 dollari al barile. Quotazioni più alte, prezzi più cari. Nulla di strano.
Difficile fare un paragone con il 2022, quando era in vigore il taglio delle accise voluto dal governo Draghi: la benzina si attestava a 1,75 e il gasolio a 1,74, ma con il petrolio a quota 93 dollari al barile. Andiamo invece al 2021, quando i carburanti costavano meno, come ricorda lo stesso Mimit: 1,65 euro al litro per la benzina e 1,50 per il gasolio. Ci si aspetterebbe, quindi, una quotazione del Brent più bassa di quella odierna, considerando i prezzi più bassi alla pompa. E invece no, il petrolio era intorno a 70 dollari al barile. E il castello costruito da Urso già cade.
Lasciando stare il 2020 (anno del Covid e con quotazioni e prezzi molto più bassi), passiamo al pre-pandemia. Nel 2019 il petrolio era a quota 58 dollari al barile e quindi benzina (1,57) e gasolio (1,45) costavano meno. Ma nel 2018 il Brent si attestava intorno ai 72 dollari al barile, più alto di oggi. Eppure i carburanti costavano meno: benzina a 1,62 euro al litro e gasolio a 1,50. Quindi oggi la benzina costa più di quel che dovrebbe, ragione per cui il ministero ha ben poco di cui esultare. D’altronde anche il Codacons conferma che il dato di oggi non può bastare. Da giugno le quotazioni petrolifere sono scese del 16,7%, sottolinea l’associazione. Ma i prezzi di benzina e gasolio, nello stesso periodo, si sono ridotte solo del 2%. Eppure il ministero festeggia, nonostante i consumatori continuino a essere penalizzati da dinamiche che non rispecchiano l’andamento delle quotazioni.