Il Campo giusto di Conte contro destre e falsi progressisti

C'è una larga fetta di Paese che viene sistematicamente ignorata e che Giuseppe Conte ora può raggiungere e convincere.

Il Campo giusto di Conte contro destre e falsi progressisti

Quando Enrico Letta ha sbattuto la porta in faccia al Movimento 5 Stelle da tanti è partito il de profundis nei confronti dei pentastellati come se non ci fosse vita al di là del Centrodestra e del fronte largo – anzi larghissimo – immaginato dal Pd. (tutti gli articoli sulle elezioni)

C’è una larga fetta di Paese che viene sistematicamente ignorata e che Conte ora può raggiungere e convincere

Eppure c’è una larga fetta di Paese che viene sistematicamente ignorata, quella a sinistra dei dem – i quali a furia di governare con Forza Italia & Co sono di fatto diventati un’appendice del Centrodestra -, e che Giuseppe Conte ora può raggiungere e convincere.

Insomma la realtà è che il segretario del Pd potrebbe aver fatto un vero e proprio regalo – seppur involontario – ai 5 Stelle che ora sono liberi di parlare a quei 13 milioni di italiani, tra poveri assoluti e relativi, che i dem hanno ignorato in favore di quella vocazione “maggioritaria” tanto sbandierata e mai davvero conseguita.

Del resto che le cose stiano così lo si capisce già dal fatto che nei democratici di sinistra è rimasto ben poco altrimenti non si potrebbe spiegare come la gran parte delle loro politiche, a partire dal fatto che viene supportata l’agenda Draghi, guardano a tutt’altro fronte. Quel che è certo è che parlare ai più deboli è la mission storica del Movimento come viene dimostrato dalle tante misure approvate grazie ai 5S come il Reddito di cittadinanza, il Superbonus e le norme sulla Transizione ecologica.

Per raggiungere l’elettorato che diserta le urne basta presentare una proposta politica chiara e fondata su pacifismo, Ambiente, Giustizia e Welfare

E per raggiungere quell’elettorato che in gran parte diserta le urne basta semplicemente presentare una proposta politica chiara e fondata su pacifismo, Ambiente, Giustizia e Welfare. In altre parole bisogna prendere il documento, basato su nove semplici macro aree e benedetto da Beppe Grillo, già presentato da Conte a Mario Draghi e farlo diventare il perno di un’alleanza di Centrosinistra.

Certo tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare. Ma la realtà è che Conte e i 5S hanno davanti a loro una prateria e potenzialmente ottimi compagni di viaggio. Con l’esclusione dei 5S dal fronte largo del Pd, quell’accozzaglia che doveva comprendere da Matteo Renzi a Carlo Calenda e Luigi Di Maio, a farsi avanti per primo è Luigi de Magistris che ha spiegato come “un’alleanza tra Sinistra, de Magistris, Alessandro Di Battista, M5S ritornato alle origini, sarebbe l’unica novità. Con le ex sindache Virginia Raggi e Chiara Appendino front women.

Un polo in grado di avere un risultato clamoroso”. A suo dire “c’è un vento che spinge in questa direzione. Vediamo se ci sono le condizioni per costruire un dialogo”. Tra gli altri potenziali interlocutori c’è il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che ha chiesto al Pd di abbandonare l’agenda Draghi e riabbracciare M5S, tutte cose che Letta non intende fare. Altri papabili sono Angelo Bonelli, di Europa Verde, e Pier Luigi Bersani tra i più scettici sull’operazione neocentrista di Letta. Un progetto che potrebbe interessare anche Alternativa e i vari ex 5S tra cui Andrea Colletti.

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