Il Carroccio marcia su Roma al grido di basta euro e meno tasse. Ma la vera partita per la Lega si gioca in Veneto

Qualcuno l’ha già paragonata ad una sorta di marcia su Roma in salsa leghista. L’idea c’è la sostanza no. Perché il vero obiettivo della manifestazione romana organizzata dal leader del Carroccio è quello di dimostrare agli elettori che questa Lega è tutt’altra cosa dall’altra Lega, quella a trazione bossiana. All’interno del movimento guidato da Umberto Bossi ciò che contava realmente non erano le idee, non essendoci mai stata un’ideologia, ma l’apparire. Tutta scena, insomma. Matteo Salvini, pur con tutti i difetti del caso, mira alla sostanza, nell’intento di offrire all’elettorato deluso del centrodestra nuovi argomenti da contrapporre alla narrazione renziana, fatta di spot e grandi promesse. Per questa ragione la prova di piazza del Popolo per Salvini, rischia di essere un appuntamento fondamentale con la storia. O supera la curva del Pincio e atterra in piazza stregando i romani e i manifestanti che arriveranno da tutta Italia, oppure è destinato a continuare a guardare Roma dall’alto. Fuor di metafora o sfonda o resta al di là del Tevere.

ARRIVANO I FRATELLI
A dargli una mano ci sarà Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia ha deciso di portare il movimento in piazza, a fianco di Salvini, nella convinzione che, mai come ora, ci sia la necessità di creare un fronte alternativo al muro renziano. Salvini, a sua volta, dovrebbe partecipare alla manifestazione organizzata da Fratelli d’Italia per il 7 marzo a Venezia, dal titolo “Difendiamoci”. Infine entrambi i partiti si dovrebbero occupare dell’organizzazione di un mega evento con la leader del Front national, Marine Le Pen, da tenersi tra fine aprile e inizio maggio in Italia.
Insomma, a destra del centrodestra qualcosa si muove, rendendo ancor più evidente l’effetto coma di Forza Italia che un giorno salva il governo e l’altro grida allo scandalo per le scelte economiche. Una schizofrenia che rischia di portare il movimento azzurro ai margini del dibattito politico. A meno che le regionali non riservino qualche sorpresa. In piazza i soliti temi anti Renzi: basta euro, meno tasse, stop all’invasione, lotta vera al terrorismo, tornare a battersi per l’autonomia, federalismo e indipendenza.

REGIONALI IN VISTA
E parlando di consultazione elettorale entra in campo il sindaco di Verona. Flavio Tosi, infatti, sarà il convitato di pietra di questa manifestazione romana, essendo diventato l’elemento di rottura per la scelta del candidato in Veneto. E Tosi non è un corridore solitario, ma è il portato dell’operazione politica imbastita da Corrado Passera. L’ex ministro del governo Monti, avendo capito che solo uscendo con una accettabile percentuale dalle prossime regionali, sa di giocorsi il tutto per tutto.

PUNTI CRITICI
“Matteo Salvini guida un movimento al cui interno ci sono istanze che sarebbe ingiusto trascurare, dal lavoro autonomo alla piccola impresa e alla stessa questione settentrionale. Sciaguratamente sposa tematiche lepeniste estreme”, afferma Passera, “e incompatibili con la dimensione di grande Paese come è l’Italia. Lucra consensi raccogliendo la rabbia di una fetta dell’elettorato berlusconiano che, giustamente, si sente tradito dalle giravolte dell’ex cavaliere suo leader. Ma Salvini non potrà mai aspirare ad essere il punto di riferimento della parte maggioritaria degli italiani che vogliono non grida e invettive bensì soluzioni concrete ed efficaci e che vent’anni di centrodestra, di cui la Lega è stata parte essenziale, o di centrosinistra non hanno né potuto né voluto risolvere”. Insomma, in ballo non c’è la marcia su Roma, ma la scalata del nord ovest. E lì che comunque si giocherà la vera partita.