Il cinema non abita più a Roma. Fumata nera per il riassetto del Festival voluto dal Mibac. Pochi soldi. Marino e Zingaretti snobbano l’assemblea

di Angelo Costa

La Festa del cinema di Roma del nuovo corso continua a vivere nel caos. L’intervento del ministero dei Beni culturali – che ha scelto l’istituto Cinecittà Luce come rappresentante – ancora non ha dato una fisionomia a un progetto ancora ibrido. Che non decolla anche perché tra i soci fondatori c’è un po’ di maretta. A cominciare da Campidoglio e Regione Lazio, i cui massimi esponenti (Marino e Zingaretti) hanno già disertato il primo incontro, impedendo la votazione per il riassetto. Lo statuto infatti (che risale all’era di Goffredo Bettini) non contempla la possibilità di voto in delega. E i rappresentanti presenti alla seduta di Comune di Roma (l’assessore alla Cultura, Marinelli) e Regione Lazio (il capo di Gabinetto, Venafro) non sono riusciti a evitare l’aggiornamento dei lavori alla prossima seduta.

CHI CACCIA I SOLDI
Il Festival 2015 potrà contare su 4 milioni di finanziamenti, più il milione e mezzo destinato al mercato (erogato dal ministero dello Sviluppo) e il milione da Bnl. I soci fondatori limiteranno il contributo. Il Comune di Roma ha pochi soldi e quindi facile prevedere che il contributo sarà irrisorio. Le casse dell’ex Provincia, oggi Città Metropolitana, sono ancora più vuote di quelle comunali. Restano la Camera di Commercio di Roma e la Regione Lazio. La prima dovrà vedersela con il taglio del 35% delle entrate deciso dal governo Renzi. La seconda deve far quadrare i conti. Al massimo i due enti potrebbero mettere sul tavolo non più di 800 mila euro ciascuno. Tra l’altro la Camera di Commercio è alle prese anche con problemi di organizzazione, visto che il Tar ha bocciato l’allargamento della giunta, varato da qualche tempo, e ha ristabilito il vecchio numero di componenti, facendo decadere i nuovi incarichi.

PROGETTI AL BIVIO
Oltre al nuovo cda si sta pensando anche a creare una sorta di sinergie con gli altri due grandi appuntamenti capitolini. Il Roma Fiction Festival e la moda di AltaRoma. Anche perché di soldi in giro ce ne sono pochi. Il Campidoglio ha già fatto sapere che non stanzierà più fondi per le partecipate. Per ora le imminenti sfilate di AltaRoma sono salve, ma in futuro il Comune si limiterà a mettere sul piatto solo le location per organizzare gli eventi, ma niente soldi.

IL PRESIDENTE
Un’altra partita importante sarà la scelta del presidente. Paolo Ferrari sta per lasciare l’incarico. Per la sua successione si fanno i nomi di Umberto Croppi (l’ex assessore capitolino nemico irriducibile di Alemanno), Carlo Freccero e Mario Sesti e Antonio Monda.