Il Copasir prova ad allontanare l’ombra dei fondi russi

Al momento l’unica certezza in mano al Copasir è che il dossier degli 007 Usa accusa Putin di aver finanziato una ventina di partiti.

Il Copasir prova ad allontanare l’ombra dei fondi russi

Qualcuno l’ha definita una bomba nucleare sganciata sulla Russia, altri di una notizia potenzialmente in grado di cambiare i destini politici dell’intera Europa. Al momento l’unica certezza è che il dossier degli 007 americani accusa Vladimir Putin di aver speso la bellezza di 300 milioni di dollari, dal momento dell’invasione della Crimea nel 2014 a oggi, per ‘ingraziarsi’ una ventina di partiti politici sparsi per il globo.

Quali siano i partiti e i politici finanziati dalla Russia è ancora top secret. In Italia indaga il Copasir

Quali siano è ancora top secret – c’è da scommettere che le rivelazioni arriveranno nei prossimi giorni da oltre oceano – anche se per il presidente del Copasir di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, non figurerebbero formazioni italiane. “Mi sono confrontato con l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica Franco Gabrielli e al momento non esistono notizie che ci sia l’Italia” tra i Paesi coinvolti, ha spiegato alla trasmissione Agorà su Rai 3.

Urso, ironia della sorte, in questi giorni si trova proprio a Washington e per questo assicura che farà di tutto per avere “altri incontri” e che in un prossimo meeting “con il presidente della Commissione intelligence del Senato” e con altri interlocutori “chiederò notizie in merito”.

Domani l’audizione di Gabrielli al Copasir

Insomma Urso prova a gettare acqua sul fuoco anche se ha ammesso che “è evidente che l’ingerenza straniera esiste e che Russia e Cina tentano di delegittimare in vari modi le nostre democrazie e noi dovremo contrastarle”. Così in attesa di ulteriori precisazioni da Washington, il presidente ha detto di aver “concordato con Gabrielli di fare comunque una riunione con il Copasir, penso per venerdì e vedremo se ci saranno ulteriori notizie”.

Rassicurazioni che non sembrano aver avuto effetto visto che i partiti politici italiani, per ragioni diverse, sono scesi in campo a piedi uniti su questa vicenda. Dalle destre sovraniste, ossia Fratelli d’Italia e Lega, viene ribadito che non hanno niente a che fare con questa storia e per questo minacciano querele nei confronti di chi sostenga il contrario.

A prendere subito una posizione netta è stata Giorgia Meloni che si è detta “certa che Fratelli d’Italia non prende soldi da stranieri” e che le fonti di finanziamento del partito “sono tutte verificabili”. Poi ha difeso il suo alleato Matteo Salvini spiegando di pensare “che la Lega non risulterà in questo rapporto, non c’è nulla di concreto” per poi lanciarsi all’attacco: “In un titolo (di Repubblica, ndr) si parla anche di Fdi senza fornire prove, ci portino le prove se non ci sono la querela sarà inevitabile”.

Dello stesso avviso il leader del Carroccio che ha spiegato di non aver “mai chiesto e preso dollari, rubli o altro” e preannunciando le solite querele per chi affermi il contrario. Ma il Capitano dopo le t-shirt con il volto di Putin, le inchieste – alcune ancora in corso e tutte da dimostrare – sui rapporti con il Cremlino, nonché la sua contrarietà alle sanzioni a Mosca, è finito al centro delle polemiche politiche e si è spazientito e oltre a preannunciare querele, prima ha provato a sminuire la portata del dossier americano affermando che “stiamo parlando del nulla, di aria fritta”, e dopo ha tirato fuori l’antica questione della giustizia a orologeria: “Strano che ogni volta a 10 giorni dal voto arrivano queste fake news”.

“Se fai una denuncia dici chi, che cosa e come. Mi sembra che qualcuno a sinistra lo usi per non parlare di italiani e di bollette. Sono la priorità, non la Russia e la Finlandia” ha tagliato corto il Capitano.

Ben diversa la posizione di Pd, Movimento 5 Stelle e Azione che chiedono – anzi pretendono – spiegazioni urgenti, ossia prima del voto, da parte di Palazzo Chigi. “Il M5S come sempre agisce in piena trasparenza: ci auguriamo venga fatta chiarezza quanto prima e che il Copasir indaghi con il pieno sostegno di tutte le forze parlamentari” fanno sapere Giuseppe Conte e i suoi in un comunicato stampa.

Gli stessi precisano che “non possiamo inoltre non esprimere una certa preoccupazione per il fatto che la parte finale della campagna elettorale possa essere inquinata da fattori esterni. Ci auguriamo che nessuno pieghi una questione di sicurezza nazionale a biechi interessi politici”. Duro Enrico Letta secondo cui “gli italiani prima di andare al voto devono sapere se i partiti politici di questo Paese siano stati finanziati da una potenza, la Russia, che oggi è contro l’Europa, ha invaso l’Europa”.

Di Maio: “Il dossier potrebbe non essere uno”

“Il dossier potrebbe non essere uno. Il presidente Urso fa una dichiarazione molto cauta, non esistono affermazioni di assoluta certezza” ha avvertito, invece, il ministro degli Esteri, e leader di Impegno Civico, Luigi Di Maio.