Il Coronavirus contagia anche la politica. La Baldini (FdI) si presenta in Aula con la mascherina. E intanto il dl intercettazioni accelera. Domani alla Camera il voto di fiducia

Il Coronavirus ha contagiato anche la politica: con il passare delle ore aumentano le polemiche tra gli esponenti di maggioranza ed opposizione. Questa mattina i lavori alla Camera sono iniziati con la presenza della prima deputata con la mascherina, Maria Teresa Baldini (Fdi, nella foto), ma l’ultima scintilla è stata scatenata dalla richiesta del Pd di “tagliare” la discussione generale sul ddl di conversione del decreto intercettazioni, in scadenza il prossimo 29 febbraio. Tema a cui i partiti tengono molto. “C’è una significativa urgenza”, ha detto il deputato dem Emanuele Fiano “di dimostrare agli italiani che abbiamo molto a cuore la questione dell’epidemia da coronavirus. L’anticipata conclusione della discussione generale, ci consentirebbe di accelerare l’iter dei lavori di questa settimana e di convertire anche il decreto coronavirus che il governo ha approvato da poco”.

Dunque le dichiarazioni di voto sulla fiducia posta dal governo sul decreto Intercettazioni, secondo quanto ha stabilito la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio, ci saranno domani dalle 15, mentre il voto alle 16,35. Domani mattina, nonostante lo stop di 24 ore dei lavori previsto da Regolamento dopo che il governo pone la questione di fiducia su un provvedimento, potrà comunque riunirsi la Commissione Affari sociali per esaminare il decreto emergenza coronavirus. Dopo il voto sulla fiducia, domani l’Aula della Camera proseguirà con l’esame degli ordini del giorno (possibile seduta notturna), con possibile prosecuzione nelle sedute dei giorni successivi fino al voto finale sul provvedimento.

La richiesta di Fiano non è però piaciuta alle opposizioni. “L’esame e la discussione sul decreto intercettazioni possono aspettare dal momento che la vera emergenza del paese è il coronavirus”, il commento di Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera. “Questo è un governo di irresponsabili. Mentre il paese è alle prese con un’emergenza sanitaria sempre più estesa, Pd e M5s e Iv bloccano il Parlamento con un provvedimento che non ha alcuna urgenza ed è gravemente lesivo dei diritti dei cittadini”, ha aggiunto Molinari.

Dure le parole anche della presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini: “Di fronte al Coronavirus, Forza Italia si è dimostrata come sempre responsabile e collaborativa, ma la maggioranza non può pretendere che la responsabilità sia a senso unico. Ritengo un atto di protervia politica il no alla richiesta di rinviare il decreto intercettazioni per discutere subito alla Camera le misure sull’emergenza in atto”. Il capogruppo di Fdi, Francesco Lollobrigida chiede a tutte le forze politiche di mettersi “d’accordo su cosa fare, come e quando farlo. L’opposizione finora ha dimostrato il proprio senso di responsabilità, noi possiamo sostenere le azioni messe in campo ma non possiamo accettare che si utilizzino la nostra buone fede e volontà di ragionare insieme, per aggirare il Parlamento”.

La Lega, come tutti gli altri partiti, dichiara la disponibilità a collaborare in questa situazione di emergenza sanitaria a patto che, come ricorda il deputato Edoardo Rixi, “il governo ritiri il decreto intercettazioni. Sembra assurdo che in questo momento si voglia usare l’emergenza Coronavirus per far passare un’altra stortura al sistema giudiziario nazionale, noi siamo disponibili a discutere il decreto sul Coronavirus da subito”.  Il leader della Lega, Matteo Salvini, definisce “surreale che governo, Pd e 5 Stelle stiano facendo il braccio di ferro sulle intercettazioni nell’aula della Camera. Il governo ritiri il decreto e il Parlamento si occupi di cose serie: siamo nel pieno di un’emergenza sanitaria ed economica, noi siamo disponibili a sederci a un tavolo per trovare soluzioni. Per quanto ci riguarda stiamo già ascoltando tutte le categorie produttive per capire difficoltà e criticità”.

Intanto dal Pd c’è chi chiede anche il rinvio del referendum del 29 marzo. “Alla luce dell’emergenza coronavirus Covid-19 il governo valuti seriamente l’ipotesi di rinviare il referendum sul taglio dei parlamentari – afferma Stefano Pedica del Pd -. In un momento cosi’ difficile e complicato, bisogna concentrare tutte le forze per contenere il contagio. Non si possono vietare manifestazioni, bloccare intere città e poi pensare di riaprire le scuole per far andare a votare i cittadini”.