Il Coronavirus non si ferma. Sei vittime in Italia. Oltre 220 i contagi nelle 5 regioni più colpite. Borrelli: “Non ci sono altri focolai”

Quinta vittima del Coronavirus in Lombardia, la sesta in Italia. Dopo l’84enne, deceduto questa mattina all’ospedale “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo, dove era da tempo ricoverato per patologie pregresse, un altro uomo, di 88 anni, è morto a Caselle Landi e un ottantenne di Castiglione d’Adda è morto all’ospedale Sacco di Milano. Sono 229 (compresi i sei decessi e un ex contagiato) i pazienti positivi al test del Corovinarus, sono residenti in 5 regioni, molti dei quali tra la Lombardia e il Veneto.

Secondo gli ultimi dati del Dipartimento della Protezione civile: 172 casi sono in Lombardia, 33 in Veneto, 18 in Emilia Romagna, 3 in Piemonte e 2 già accertati a Roma (la coppia di cinesi ricoverati allo Spallanzani). I soggetti sotto osservazione sono 129, dei 229  positivi 101 sono ricoverati, 27 quelli in terapia intensiva, 94 in isolamento domiciliare. Le vittime sono 6: una donna morta a Crema, un anziano a Vo’ Euganeo, un’altra donna morta a Casalpusterlengo, i due anziani deceduti oggi, a Bergamo e Caselle Landi, e un 80enne a MIlano. Oltre 50mila i residente nelle aree più a rischio sottoposti a restrizioni.

“Confermo che non ci sono altri focolai. Sul legame tra i focolai non ho ancora avuto conferma. Tutti i deceduti avevano pregresse patologie” ha spiegato, in serata, il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, facendo il punto sull’emergenza.  “Mi auguro non diventi pandemia. Credo – ha aggiunto il commissario – che i valori in Italia siano contenuti in numeri ragionevoli e tali da non giustificare il mutamento da epidemia in pandemia”.


“Nel nostro paese – aveva detto questa mattina il capo della Protezione civile – c’è sicurezza e si può venire tranquillamente. La mia opinione è che in Italia si è cercato di arginare la diffusione del contagio con misure maggiormente precauzionali nei due focolai e siamo intervenuti con misure impegnative e pesanti”.

“Confermo che i focolai sono ancora quelli. Leggo – aveva detto alle 12 il capo della Protezione civile – anche io una notizia di stampa dove sembrerebbe essere stato individuato un collegamento tra il focolaio del Lodigiano e del Padovano, ma non ho conferma dalla strutture regionali competenti. Gli stessi governatori esprimono l’esigenza di avere indicazioni unitarie. I provvedimenti presi dalle singole regioni e dai singoli comuni, non coordinati con il livello centrale, provocano confusione e disorientamento tra le gente e anche all’estero”.

“Noi abbiamo trovato un numero cospicuo di soggetti positivi – ha spiegato il senatore M5S e vice ministro per la Salute Pierpaolo Sileri – perché siamo andati a cercarli in misura minuziosa, risalendo ai contatti dei contagiati con sintomi. Non ne abbiamo fatti troppi (di tamponi ndr). E’ una precauzione. E’ giusto continuare su questa linea. I medici negli ospedali in contatto con sospetti positivi devono indossare i dispositivi di protezione individuale, che partono dalle mascherine, i guanti. Gli ospedali sono riforniti. I medici di base verranno riforniti, tutti coloro che rischiano di entrare in contatto, anche nei pubblici esercizi”.

EMERGENZA IN LOMBARDIA

“Nella notte sono salite a 150 le persone contagiate da Coronavirus. Purtroppo si è registrato anche il decesso di un uomo di 84 anni ricoverato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Rispetto all’ultimo aggiornamento di ieri sera sono dunque 38 i nuovi casi”, ha fatto sapere Regione Lombardia, aggiungendo che “ulteriori aggiornamenti saranno forniti nel corso della giornata”.

“Siamo a 165 contagiati, i numeri purtroppo stanno aumentando, ma contiamo che con l’ordinanza che abbiamo preparato nei prossimi giorni il contagio si possa fermare” ha detto, questa mattina, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ai microfoni di Radio Anch’io. “Non è stato fatto nessun errore, si è intervenuti con grande determinazione, è risultato strano per tutti che ci sia stata una così rapida diffusione. Non si riesce a capire anche perché si è concentrato in quella zona”.

“Aspettiamo di vedere gli esiti dei provvedimenti presi – ha aggiunto il governatore lombardo – che, crediamo possano contribuire in modo sostanziale a limitare e poi interrompere il contagio”. Il presidente ha comunque voluto invitare alla calma, spiegando che “i medici con cui ci siamo confrontati per le misure che abbiamo preso hanno detto di non farsi prendere dal panico, ma nemmeno di avere un comportamento imprudente. Bisogna continuare a vivere come se non ci fosse nulla di nuovo, ma evitare comportamenti imprudenti che possano aiutare la diffusione. La vita deve essere quella di tutti i giorni”, ha detto Fontana.

“I provvedimenti presi – ha detto ancora Fontana – credo che siano assolutamente sufficienti. Sono nati dopo confronti e analisi tra scienziati che hanno consigliato, assumendo anche posizioni diametralmente opposte, e che sono arrivati a questa sintesi. Sono convinto che nel giro di pochi giorni la diffusione inizierà a regredire. E’ chiaro che siamo pronti a ogni evenienza, ma non ci voglio neanche pensare”. A chi gli chiedeva se ritenesse possibile riaprire le scuole tra sette giorni, il prossimo lunedì, il presidente della Regione Lombardia ha risposto che “se i numeri ci danno ragione, con una regressione evidente, e gli scienziati ci dicessero di sì, allora assolutamente”.

EMERGENZA IN VENETO

“Non escludo di rinnovare provvedimento se necessario, senza esitazione. Il comitato scientifico sta valutando ogni scenario, ma ogni giorno si aprono fronti nuovi”. E’ quanto ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, parlando dell’ordinanza emessa ieri per fronteggiare la diffusione del Coronavirus, “Noi abbiamo 27 contagiati in questo momento. Abbiamo i due cluster confermati – ha aggiunto il governatore veneto -, quindi le due popolazioni confermate di contagiati che sono la popolazione del padovano di Vo’ che sono 20 contagiati e poi gli altri 7 nel veneziano, dei quali ovviamente 3 in Venezia città storica e gli altri 4 nella zona di Mira e Dolo, comunque sempre nel veneziano. Direi che ci vuole una regia nazionale, personalmente io ho sempre proposto in questi giorni che le ordinanze adottate da veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e il Piemonte fossero rese uniche da Nord a Sud, ma anche perché comunque si coinvolge tutta la popolazione in questa partita”.

“Nulla c’è sul campo per arrivare a dire che ci siano contagi di grandi masse con patologie gravi. Conosciamo il virus, sappiamo che è aggressivo ma non altamente letale” ha aggiunto Zaia. Il governatore ha poi confermato che al momento non è stato rintracciato il paziente zero, “abbiamo controllato anche 8 cittadini cinesi che avevano avuto contatti a Vo’ Euganeo ma hanno dato esito negativo”. Zaia ha detto, inoltre, che “i ragazzi sono quelli meno colpiti dal punto di vista epidemiologico, il vero problema sarà sugli anziani, quindi il primo appello è a loro di evitare di frequentare luoghi affollati. Le scuole resteranno chiuse fino al primo marzo, poi vedremo se sarà necessario prolungare o meno la chiusura”.